Comunicato
Paolo Rossi: con Franceschini per il Partito democratico
«Sto con Franceschini» – ha dichiarato il senatore Paolo Rossi – «Ritengo non sia questo il momento di tergiversare o disperdere energie, e spero che non tutto debba ridursi alla conta di favorevoli o contrari, amici o nemici, insomma a un'appartenenza di facciata, vera o presunta.
La politica è una casa senza stanze vuote: sarebbe un errore occupare degli spazi troppo stretti o troppo larghi. Dobbiamo capire qual è la casa che vogliamo abitare: che non è naturalmente uno spazio illimitato, ma in cui sono possibili e auspicabili sviluppi futuri.
La verità è che vi sono in gioco, due modelli di partito:» – prosegue il senatore del PD – «non demonizzo per questo la proposta Bersani a prescindere, che vedo come un arricchimento per la discussione congressuale che si svolgerà al suo interno. Credo, tuttavia, che ci approssimiamo a uno snodo importante e che pertanto occorra raccogliere suggerimenti e segnali che provengono tanto dall'interno del partito, e, per quanto mi riguarda, dalla felice esperienza vissuta nella Provincia di Varese in questi anni, quanto dalla militanza, dal popolo delle primarie, enfatizzato prima e abbandonato poi, facendo tesoro in particolare dei dubbi e delle perplessità che hanno finito per alimentare, anche alla luce delle ultime convulse settimane, disillusione e disincanto sia per la politica in generale sia per le possibilità di rinnovamento a essa legate.
Attraverso un processo di crescita e trasformazione – che alcuni hanno giudicato lento, altri troppo veloce – ritengo che il Partito democratico possa finalmente raggiungere una sua identità più definita: in questo deve essere riconosciuto a Franceschini il merito di aver saputo guardare al Paese nella sua interezza (al nord come al centro e al sud), e sempre da una prospettiva cosciente del fatto che globale e locale, culturalmente ormai prim'ancora che politicamente, finiscono per coincidere. Credo che questo sguardo attento dalla periferia del contemporaneo» – conclude Rossi – «non solo ci restituisca una diversa prospettiva di società, ma ci dia modo, attraverso il rinnovato dinamismo in una vocazione riformista, di poter pensare a un mondo diverso».
Paolo Rossi: con Franceschini per il Partito democratico
«Sto con Franceschini» – ha dichiarato il senatore Paolo Rossi – «Ritengo non sia questo il momento di tergiversare o disperdere energie, e spero che non tutto debba ridursi alla conta di favorevoli o contrari, amici o nemici, insomma a un'appartenenza di facciata, vera o presunta.
La politica è una casa senza stanze vuote: sarebbe un errore occupare degli spazi troppo stretti o troppo larghi. Dobbiamo capire qual è la casa che vogliamo abitare: che non è naturalmente uno spazio illimitato, ma in cui sono possibili e auspicabili sviluppi futuri.
La verità è che vi sono in gioco, due modelli di partito:» – prosegue il senatore del PD – «non demonizzo per questo la proposta Bersani a prescindere, che vedo come un arricchimento per la discussione congressuale che si svolgerà al suo interno. Credo, tuttavia, che ci approssimiamo a uno snodo importante e che pertanto occorra raccogliere suggerimenti e segnali che provengono tanto dall'interno del partito, e, per quanto mi riguarda, dalla felice esperienza vissuta nella Provincia di Varese in questi anni, quanto dalla militanza, dal popolo delle primarie, enfatizzato prima e abbandonato poi, facendo tesoro in particolare dei dubbi e delle perplessità che hanno finito per alimentare, anche alla luce delle ultime convulse settimane, disillusione e disincanto sia per la politica in generale sia per le possibilità di rinnovamento a essa legate.
Attraverso un processo di crescita e trasformazione – che alcuni hanno giudicato lento, altri troppo veloce – ritengo che il Partito democratico possa finalmente raggiungere una sua identità più definita: in questo deve essere riconosciuto a Franceschini il merito di aver saputo guardare al Paese nella sua interezza (al nord come al centro e al sud), e sempre da una prospettiva cosciente del fatto che globale e locale, culturalmente ormai prim'ancora che politicamente, finiscono per coincidere. Credo che questo sguardo attento dalla periferia del contemporaneo» – conclude Rossi – «non solo ci restituisca una diversa prospettiva di società, ma ci dia modo, attraverso il rinnovato dinamismo in una vocazione riformista, di poter pensare a un mondo diverso».
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