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giovedì 7 luglio 2011

Primarie e partito aperto, ecco il tagliando Bersani

Tutti d'accordo col segretario: i gazebo non si smontano, ma si aggiustano

Pier Luigi Bersani va per la propria strada. Sa che il tempo è dalla sua parte e i sondaggi 10 dimostrano: più il
Governo va avanti e più il PD cresce anche a scapito degli alleati più scalpitanti, come Di Pietro. Il leader dem tiene ferma la sua Road Map verso il voto, che secondo lui non arriverà prima della primavera del 2012. " per allora saremo pronti ", garantisce Bersani che ha già fissato per l'inizio dell'autunno la conferenza programmatica del partito e per le settimane successive la Direzione e l' Assemblea Nazionale chiamate a modificare le regole statutarie. " Non parliamo solo di noi -garantisce -ma della democrazia del dopo -Berlusconi:di riduzione del numero dei parlamentari, di riforma elettorale, di informazione, di trasparenza e partecipazione all'interno dei partiti ".
Di questo ha discusso ieri la Direzione del PD, alla presenza di quasi tutti i big del partito. È stata la prima
tappa di un percorso che accompagnerà la base Dem ( e chiunque vorrà partecipare alla discussione) nei Circoli e nelle Feste per tutta l'estate. Una "conferenza di Partito all'aria aperta", così l'ha chiamata Bersani, che rappresenta la maggiore garanzia per il coinvolgimento di iscritti e elettori anche nel futuro del PD. A partire dalle primarie, che riceveranno degli "aggiustamenti", ma rimangono "fondamentali". Per il segretario, "le primarie di coalizione sono state preziose solo quando c'erano le condizioni per farle, ma servono regole democratiche per non trasformarle in una resa dei conti nei confronti del PD". Tra questa regole, Bersani preferirebbe anche che il partito presentasse a ogni livello un solo candidato "ufficiale", evitando scontri interni. Su questo, però, non tutti si sono dimostrarti d'accordo. Giorgio Tonini, ad esempio, avanza "il rischio che si finisca per far apparire il nostro candidato come espressione di un partito e gli altri di una più larga opinione della società civile". Il riferimento al caso Milano è implicito, ma evidente.
Sul piano interno, invece, Bersani ha proposto di separare l'elezione del segretario nazionale da quella dei segretari regionali, in modo da dare più importanza a questi ultimi, la cui scelta potrebbe essere riservata d'ora in avanti ai soli iscritti, mentre oggi, sono scelti con primarie aperte a tutti. Solo un'ipotesi, per il momento. Tra una decina di giorni, infatti, le proposte del segretario e le integrazioni avanzate ieri dagli altri intervenuti in Direzione saranno consultabili da tutti in un apposito sito internet, all'interno del quale ciascuno potrà suggerire i propri "emendamenti" allo Statuto, prima della sintesi che sarà fatta in autunno.
Il segnale che Bersani vuole dare è quello di un Partito unito e aperto all'esterno.
Anche per questo, ha promesso una maggiore valorizzazione dei referendum tra gli iscritti per i temi più delicati. "consegniamo ai nativi del PD una nuova storia - ha detto il segretario -dovremo costruire un racconto condiviso perche dove arriveremo lo avremo fatto tutti insieme e tutti avranno dato una mano". L 'esplicito riconoscimento della pluralità interna, ma scongiurando "i rischi di una verticalizzazione correntizia", ha soddisfatto la minoranza.
Beppe Fioroni, in particolare, ha definito "una rivoluzione copernicana" l'invito del segretario a superare la forma del "partito di funzionari", lasciando più spazio nelle posizioni di vertice (locali e nazionali) a militanti e
cittadini radicati nella società.
Un tema che incrocia anche la selezione dei parlamentari.
Il PD propone una legge elettorale basata in gran parte sui collegi uninominali, all'interno dei quali si potrebbero anche applicare le primarie per la selezione dei candidati.
Sulla possibilità che lo stesso strumento possa essere adottato per definire le liste bloccate previste dal
porcellum, .però, sono quasi tutti contrari ( con l'eccezione del solo Civati): troppo difficile assicurare in
questo modo l' equilibrio tra i territori, tra i generi e tra competenze e innovazione.
Tratto da EUROPA
Sabato 25 Giugno 2011

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