la riforma del sistema elettorale viene indicata come una
delle priorità di questo scorcio di legislatura.
Ciò farebbe supporre un'intensa
discussione a tutti i livelli. Non è così. Nessun dibattito sulla grande e
piccola stampa. Nelle sempre più asfittiche kermesse televisive, silenzio
assoluto. Nessun convegno né di ampio, né di stretto
respiro. Persino nei partiti che maggiormente si spendono per tale riforma, le
sezioni e i circoli rimangono chiusi e, se qualcuno osa porre la materia
all'ordine del giorno, gli incontri sono deserti. L'argomento rimane relegato
nelle segrete stanze, quasi fosse monopolio d'una strettissima cerchia di
potenti.
La ristretta intellighenzia che
tiene in mano il pallino s'ingarbuglia sempre più attorno allo sterile dilemma
doppio turno alla francese sì, doppio turno alla francese no; sbarramento alla
tedesca al 5, al 4, al 3 e perfino allo zero per cento; correzioni alla
spagnola; premi alle maggioranze perdenti e consolazioni alle minoranze
bocciate.
Dopo un secondo ventennio
d'eclissi, la ricerca italiana della democrazia torna dunque al punto
zero.
Democrazia-dal-basso non
ha il bandolo della soluzione. Ci siamo però impegnati a passare al setaccio
l'attività e le proposte dei principali gruppi internazionali attivi in questo
settore.
L'estratto in formato pdf che ho il
piacere di condividere è scaricabile al seguente indirizzo e vuole essere solo un contributo per l'apertura d'un dibattito vasto
e meno provinciale:
Chi voglia contribuire alla sua
diffusione, può farlo liberamente. Il volume completo è disponibile presso
Amazon in formato Kindle all'indirizzo http://www.amazon.com/s/ref=nb_sb_noss?url=search-alias%3Daps&field-keywords=il+voto+di+valore
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oppure scrivici all'indirizzo democraziadalbasso@gmail.com.
Buona lettura
Michele di Pisa
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All. 1-
Il Voto di Valore in mezza
pillola
L'attuale sistema di voto utilizza
un metodo di democrazia binaria, nel senso che l'elettore può esprimere solo un
Sì o un No. È eletto chi raccoglie più Sì.
Il Voto di Valore esce dalla logica
binaria e consente di valutare tutti i candidati, assegnando loro un voto
compreso in una data scala (mettiamo da zero a cinque). Viene eletto chi ottiene
il voto mediamente più alto.
Questo sistema si adatta sia ai
sistemi a collegio uninominale (col vantaggio di non penalizzare i partiti
minori, in quanto il voto è strettamente legato all'immagine del candidato), sia
ai sistemi plurinominali,
Il Voto di valore rende superfluo
il ricorso al doppio turno e supera il problema delle preferenze binarie dei
sistemi a collegi plurinominali.
Una curiosità: una simulazione su
12mila elettori, in Francia, ha evidenziato che le ultime elezioni presidenziali
non sarebbero state vinte da Hollande, ma dal candidato di centro
Bayrou.
All. 2 - Anzianità dei sistemi elettorali in Usa, Francia, Germania e Gran Bretagna e volatilità della legislazione italiana
L'ultima grande riforma
elettorale degli Stati Uniti risale al 1792, quando è stato introdotto il metodo
maggioritario. Il passaggio degli ultimi
Stati al maggioritario, tuttavia, è avvenuto quasi un secolo dopo, nel
1872. Successivamente, a livello statale, ci sono state altre riforme minori,
relativamente alla tecnica di voto (scheda elettorale cartacea, metodi meccanici
vari e, nel 2002, l'introduzione dei primi sistemi
elettronici).
In Gran Bretagna il sistema elettorale in vigore risale al 1948; in
Germania al 1956 e in Francia al 1958.
In Italia, nello stesso arco di tempo, la legge elettorale è stata
modificata ben tre volte ed ora si sta procedendo alla quarta riforma, come si
può notare dal seguente specchietto.
1946. Legge elettorale proporzionale
pura.
1953. A ridosso delle elezioni, viene
votata una legge proporzionale con premio di maggioranza, conosciuta col nome di
"legge-truffa", per le modalità con le quali nacque, ma soprattutto per il fatto
che si assegnava un premio piuttosto alto - il 60% dei seggi - alla coalizione
di partiti che avessero ottenuto il 50% più uno dei voti; questa modifica non ha
mai trovato attuazione, per cui si può affermare che la norma del 1946 ha retto
la democrazia italiana fino al 1993.
1991. Referendum abrogativo delle
preferenze.
1993. Legge elettorale del 1993, nota
con il nome di Mattarellum.
2006. Una nuova legge elettorale (n.
270 del 21 dicembre 2005) elimina il voto di preferenza, forzando l'elettore a
scegliere all'interno di liste bloccate decise dai partiti. A parte questo, essa
si configura come una legge proporzionale con soglie di sbarramento variabili e
premio di maggioranza alla coalizione che ottiene più voti. Essa prevede inoltre
che i partiti in coalizione siglino un programma e indichino un leader.
2012. Verso la riforma del “porcellum”.
L'accordo c'è. Anzi, no; ma siamo vicini. Come una partita a scacchi tra due
soli protagonisti e pochi intimi che suggeriscono le mosse e riferiscono alla
stampa, in quest'ultimo scorcio d'estate la modifica della legge elettorale ha
fornito argomenti per i dibattiti delle kermesse festaiole della politica.
Kermesse che si sono ben guardate dal coinvolgere i consumatori di salamelle,
come se l'argomento li riguardasse solo di striscio, dato che sono loro che poi
debbono recarsi alle urne.
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