Post più popolari

mercoledì 19 settembre 2012

Superare l'impasse col voto di valore

la riforma del sistema elettorale viene indicata come una delle priorità di questo scorcio di legislatura.
Ciò farebbe supporre un'intensa discussione a tutti i livelli. Non è così. Nessun dibattito sulla grande e piccola stampa. Nelle sempre più asfittiche kermesse televisive, silenzio assoluto. Nessun convegno né di ampio, né di stretto respiro. Persino nei partiti che maggiormente si spendono per tale riforma, le sezioni e i circoli rimangono chiusi e, se qualcuno osa porre la materia all'ordine del giorno, gli incontri sono deserti. L'argomento rimane relegato nelle segrete stanze, quasi fosse monopolio d'una strettissima cerchia di potenti.
La ristretta intellighenzia che tiene in mano il pallino s'ingarbuglia sempre più attorno allo sterile dilemma doppio turno alla francese sì, doppio turno alla francese no; sbarramento alla tedesca al 5, al 4, al 3 e perfino allo zero per cento; correzioni alla spagnola; premi alle maggioranze perdenti  e consolazioni alle minoranze bocciate.
Dopo un secondo ventennio d'eclissi, la ricerca italiana della democrazia torna dunque al punto zero.
Democrazia-dal-basso non ha il bandolo della soluzione. Ci siamo però impegnati a passare al setaccio l'attività e le proposte dei principali gruppi internazionali attivi in questo settore.
L'estratto in formato pdf che ho il piacere di condividere è scaricabile al seguente indirizzo e vuole essere solo un contributo per l'apertura d'un dibattito vasto e meno provinciale:
Chi voglia contribuire alla sua diffusione, può farlo liberamente. Il volume completo è disponibile presso Amazon in formato Kindle all'indirizzo http://www.amazon.com/s/ref=nb_sb_noss?url=search-alias%3Daps&field-keywords=il+voto+di+valore
Per interagire con noi vai su democraziadalbasso.wordpress.com, oppure scrivici all'indirizzo democraziadalbasso@gmail.com.
Buona lettura
Michele di Pisa
=======================
All. 1- Il Voto di Valore in mezza pillola
L'attuale sistema di voto utilizza un metodo di democrazia binaria, nel senso che l'elettore può esprimere solo un Sì o un No. È eletto chi raccoglie più Sì.
Il Voto di Valore esce dalla logica binaria e consente di valutare tutti i candidati, assegnando loro un voto compreso in una data scala (mettiamo da zero a cinque). Viene eletto chi ottiene il voto mediamente più alto.
Questo sistema si adatta sia ai sistemi a collegio uninominale (col vantaggio di non penalizzare i partiti minori, in quanto il voto è strettamente legato all'immagine del candidato), sia ai sistemi plurinominali,
Il Voto di valore rende superfluo il ricorso al doppio turno e supera il problema delle preferenze binarie dei sistemi a collegi plurinominali.
Una curiosità: una simulazione su 12mila elettori, in Francia, ha evidenziato che le ultime elezioni presidenziali non sarebbero state vinte da Hollande, ma dal candidato di centro Bayrou.

All. 2 - Anzianità dei sistemi elettorali in Usa, Francia, Germania e Gran Bretagna e volatilità della legislazione italiana

L'ultima grande riforma elettorale degli Stati Uniti risale al 1792, quando è stato introdotto il metodo maggioritario. Il passaggio degli ultimi Stati al maggioritario, tuttavia,  è avvenuto quasi un secolo dopo, nel 1872. Successivamente, a livello statale, ci sono state altre riforme minori, relativamente alla tecnica di voto (scheda elettorale cartacea, metodi meccanici vari e, nel 2002, l'introduzione dei primi sistemi elettronici).
In Gran Bretagna il sistema elettorale in vigore risale al 1948; in Germania al 1956 e in Francia al 1958.
In Italia, nello stesso arco di tempo, la legge elettorale è stata modificata ben tre volte ed ora si sta procedendo alla quarta riforma, come si può notare dal seguente specchietto.
1946. Legge elettorale proporzionale pura.
1953. A ridosso delle elezioni, viene votata una legge proporzionale con premio di maggioranza, conosciuta col nome di "legge-truffa", per le modalità con le quali nacque, ma soprattutto per il fatto che si assegnava un premio piuttosto alto - il 60% dei seggi - alla coalizione di partiti che avessero ottenuto il 50% più uno dei voti; questa modifica non ha mai trovato attuazione, per cui si può affermare che la norma del 1946 ha retto la democrazia italiana fino al 1993.
1991. Referendum abrogativo delle preferenze.
1993. Legge elettorale del 1993, nota con il nome di Mattarellum.
2006. Una nuova legge elettorale (n. 270 del 21 dicembre 2005) elimina il voto di preferenza, forzando l'elettore a scegliere all'interno di liste bloccate decise dai partiti. A parte questo, essa si configura come una legge proporzionale con soglie di sbarramento variabili e premio di maggioranza alla coalizione che ottiene più voti. Essa prevede inoltre che i partiti in coalizione siglino un programma e indichino un leader.
2012. Verso la riforma del “porcellum”. L'accordo c'è. Anzi, no; ma siamo vicini. Come una partita a scacchi tra due soli protagonisti e pochi intimi che suggeriscono le mosse e riferiscono alla stampa, in quest'ultimo scorcio d'estate la modifica della legge elettorale ha fornito argomenti per i dibattiti delle kermesse festaiole della politica. Kermesse che si sono ben guardate dal coinvolgere i consumatori di salamelle, come se l'argomento li riguardasse solo di striscio, dato che sono loro che poi debbono recarsi alle urne.

Nessun commento:

Posta un commento