Avevano voluto esagerare, forzare la mano, fare di testa loro. E alla
fine la maggioranza di centrodestra che governa Regione Lombardia ha
dovuto arrendersi: un atto bocciato in Commissione non può essere
portato all'approvazione del consiglio. Neppure se nel frattempo
è stato
ricucito lo strappo e trovato l'accordo. Sempre che questo sia
successo.Peccato che i giochetti elettorali, dalle parti di Lega, Forza Italia, Ncd, vengano fatti direttamente sulla pelle della gente e dei servizi di cui dovrebbe godere. Così, la legge sul servizio idrico integrato, che recepisce una serie di fondamentali novità, dal referendum allo Sblocca Italia, sia rimasta ancora al palo. Con quali conseguenze? "Ato e aziende non solo aspettano questa nuova norma, ma anche una riorganizzazione del settore che permetta loro di lavorare meglio e più velocemente, visto che incombono interventi infrastrutturali sulle reti di vitale importanza e infrazioni europee che, se non vengono realizzati, porteranno pesanti sanzioni. Alla fine della filiera di rinvii e negligenze rischiano di pagare gli utenti con le tariffe", spiega Laura Barzaghi, consigliera del Pd che sul tema dell'acqua si batte da sempre.
È lei che racconta cosa sta accadendo: "La scorsa settimana in commissione Ambiente si era consumata l'ennesima pantomima dentro quel che resta della maggioranza e il progetto di legge sul servizio idrico integrato era stato sonoramente bocciato. Ma il presidente di Commissione aveva voluto lo stesso inviare il testo all'esame dell'Aula. Martedì siamo arrivati al punto e proprio lui ha chiesto che venisse ritirato e rispedito in Commissione. Le comiche, insomma, se non ci fosse di che preoccuparsi", commenta sconsolata la Barzaghi.
Sul piano politico è evidente "la palese dimostrazione che dentro la maggioranza la situazione si è tutt'altro che aggiustata, nonostante poche ore dopo la bocciatura un comunicato congiunto delle forze di centrodestra dichiarasse che si trattava di un incidente di percorso e che tutto sarebbe rientrato". Ma per Barzaghi e il Pd c'è dell'altro: "Era chiaramente inusuale e tirata per i capelli questa decisione. Inoltre, sviliva il lavoro fatto dalla Commissione e il peso dei consiglieri nel contributo dato ai provvedimenti, in quanto il testo arrivato in Aula era quello della Giunta, svincolato da qualsiasi altra decisione presa da noi durante le sedute".
Perplessi ma rassegnati, continua la consigliera Pd, "eravamo, tuttavia, pronti a discutere, ripresentando i nostri emendamenti, considerato che ogni ritardo gioca negativamente verso l'applicazione di questa legge che è sempre più urgente e incide sul lavoro degli Ato e delle aziende".
E ora? "Parte una nuova, breve fase: la Commissione ha 30 giorni per far tornare in Aula il testo - fa sapere Barzaghi -. Mi sento di fare un appello: usiamo questo tempo per aggiornare come si conviene la legge, soprattutto per quanto riguarda le previsioni contenute nello Sblocca Italia a proposito degli Ato dell'area metropolitana, che è un altro dei punti dolenti su cui la maggioranza ha tentato di nicchiare. Va a sapere perché", conclude la consigliera Pd.
Tratto da:Novità Settegiorni # 288 del 24/10/2014 |
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