Pd: "Nessuno si dovrà stupire se nei prossimi anni il consumo aumenterà"
Dopo due giorni di battaglia in Aula, la
maggioranza si è approvata la sua legge mangia suolo. Con 41 Sì e 27 No,
alle 23.29 di mercoledì è passato un provvedimento sbagliato che non
ferma l'erosione del paesaggio e non combatte il dissesto idrogeologico,
nonostante la cronaca degli ultimi giorni richiedesse ben altro. Questo
è l'esito di un lavoro partito su impulso del Pd nella scorsa
legislatura, sviluppato negli scorsi mesi con un gruppo di lavoro,
bloccato dalle lotte intestine alla maggioranza e ripreso solo tre
settimane fa, quando il centrodestra, trovato l'accordo, ha deciso di
forzare la mano e chiudere a tappe forzate una vicenda durata molto a
lungo. Il testo, però, non è quello originario dell'assessore
Beccalossi, è invece un compromesso al ribasso su cui il Pd, con il
Patto Civico, ha potuto solo apportare alcune limature. Quel che non va
bene è l'impostazione, a partire dal fatto principale, ovvero che il
territorio agricolo di fatto, che oggi è inserito nei piani di governo
del territorio come "trasformabile", non viene sottratto alla
cementificazione. E stiamo parlando di 550 - 600 milioni di metri
quadri, tre volte la superficie di Milano, nella Regione in cui il
consumo di suolo è stato più forte dagli anni '50 ad oggi.
"Per noi questa è una pessima legge - spiega il capogruppo Enrico Brambilla
- e nessuno si dovrà stupire se nei prossimi anni il consumo di suolo
aumenterà. La legge non ferma da subito il consumo di suolo e di aree
agricole - continua - e consente, anzi incentiva, tutti i privati a
presentare entro i prossimi 30 mesi nuove richieste di edificazione.
Inoltre, non si mettono in campo risorse vere per favorire la
rigenerazione urbana e per giunta si addossano sulle spalle dei comuni
nuovi oneri sia finanziari che organizzativi".
Il Pd è riuscito comunque ad ottenere dei piccoli ma significativi
miglioramenti del testo, chiesti a gran voce anche dalle associazioni
ambientaliste e dei comuni. "Grazie ai nostri emendamenti - spiega
Brambilla - costruire al di fuori dell'area già urbanizzata sarà più
oneroso, inoltre strade e autostrade e infrastrutture sovracomunali
saranno inserite nel computo del consumo di suolo. Ma ciò non cambia il
nostro giudizio convintamente negativo verso un impianto normativo che
rischia di favorire un aumento della cementificazione nei prossimi
mesi".
Tratto da: Novità Settegiorni # 292 del 21/11/2014
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