Dopo il pacchetto sicurezza varato nel mese di Luglio c.a ecco le preoccupazioni :
«Lo straniero si cura meno, perché si è diffusa la paura di presentarsi negli ospedali e negli ambulatori, in particolare quelli pubblici. Purtroppo anche le patologie gravi ora vengono trascurate». Lo affermano i medici del Naga (www.naga.it), associazione di volontariato milanese. Se per i dati statistici occorre aspettare qualche mese, la percezione, tuttavia, è chiara: la minaccia di una possibile denuncia da parte del personale sanitario scoraggia molti immigrati dall'andare dal medico, con gravi conseguenze per sé e per le persone vicine.
La Costituzione (art. 32) afferma che «la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo» - non del cittadino. Per questo la legge del 1998 prevede che cure mediche urgenti ed essenziali siano date anche agli stranieri non iscritti al Sistema sanitario nazionale. Nei mesi scorsi, la maggioranza di governo ha cercato di scardinare questo principio chiedendo di togliere il divieto per il personale sanitario di segnalare il paziente straniero non in regola con le norme di soggiorno. La proposta, approvata al Senato, si è fermata alla Camera. Tuttavia, il successivo «pacchetto sicurezza» (legge n. 94 del 15 luglio 2009), introducendo il reato di clandestinità, mantiene un clima di diffidenza e incertezza.
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