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sabato 11 dicembre 2010

1. TREGUA SUI MERCATI FINANZIARI. MA I RISCHI RESTANO TUTTI.

Ieri il presidente della Banca centrale europea, Jean Claude Trichet, ha annunciato che la Bce acquisterà, se necessario, i titoli pubblici emessi dagli Stati in difficoltà con i conti pubblici e che fanno parte dell’Unione. Grazie a questa garanzia, i mercati hanno sospeso gli attacchi speculativi contro Portogallo, Spagna e, solo marginalmente, Italia . Ma come è già accaduto questo non significa che il pericolo sia scampato, anche se il Financial Times ieri ha riconosciuto che l’Italia è più solida della Spagna. Il debito pubblico italiano avrà un valore equivalente nel 2011 al 120 per cento di quanto vale l’intera produzione di ricchezza nazionale in un anno. E questo è un dato che, se la tempesta finanziaria ricomincia, nessuno mette da parte.
Nel 2010 la differenza tra spese ed entrate dello Stato si avvia a toccare in Italia una misura equivalente al 5 per cento del Pil, come previsto dal governo. Ma resta l’incognita dei due anni futuri, per i quali l’Unione europea ha previsto che l’Italia sfonderà i tetti prefissati, ipotizzando la necessità di una nuova manovra correttiva. Senza contare che il 15 dicembre in sede europea potrebbe essere chiesta all’Italia una manovra straordinaria di rientro dal debito, tale da rendere necessario il taglio dell’indebitamento dello Stato di 25 miliardi di euro l’anno per diversi anni.

Su Europa articolo di Enrico Letta.

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