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sabato 11 dicembre 2010

2. IL BUON ALLEATO E’ UN INCAPACE.

Dai dispacci diplomatici resi noti dal sito Wikileaks si è appreso non solo che gli Usa considerano Silvio Berlusconi fatuo e incapace, ma anche che diffidano dei suoi rapporti personali con il leader russo Vladimir Putin. Anzi sospettano che vi siano di mezzo soldi, percentuali sugli affari del gas. Angelo Aquaro, La Repubblica: “«La voglia del primo ministro Berlusconi di essere percepito come un importante giocatore europeo in politica estera» sta portando l`Italia a «sostenere gli sforzi rossi di danneggíare la Nato». La «corrosiva influenza» di uno stato che gli Usa considerano «in mano alla mafia» sta «minacciando la credibilità» di Berlusconi e «sta diventando irritante per le nostre relazioni». Firmato: l`ambasciatore americano a Roma Ronald Spogli”… “L`ambasciatore della Georgia a Roma ci ha detto che il governo georgiano ritiene che Putin ha promesso a Berlusconi una percentuale di profitto da ogni gasdotto sviluppato dall`Eni insieme a Gazprom». Un`accusa gravissima, che spingerà il segretario di Stato Hillary Cliton «a chiedere ai suoi ambasciatori» scrive Der Spiegel citando i dispacci «di informarla su quelle voci». Aprendo praticamente un`indagine su]l`affidabilità del premier. Tra Roma e Mosca è un movimento continuo.E il trait d`union che le fonti indicano all`ambasciata è «Valentino Valentini, un membro del parlamento e una sorta di uomo ombra che opera come uomo chiave di Berlusconi a Mosca, praticamente senza staff o segreteria. Valentini, che parla Russo e va a Mosca diverse volte al mese, appare frequentemente al fianco di Berlusconi quando si incontra con gli altri leader. Che
cosa faccia a Mosca durante le sue frequenti visite non è chiaro ma si vocifera che curi gli interessi di Berlusconi in Russia»”.
Ieri, per mettere una toppa alla durezza dei giudizi espressi nei dispacci, Hillary Clinton in persona ha incontrato Berlusconi ed ha detto che è il miglior alleato degli Usa. Come ha spiegato oggi su La Repubblica Lucio Caracciolo, direttore della rivista specializzata in geopolitica Limes, non vi è contraddizione nella posizione americana. Perché il miglior alleato è quello più debole, che fa favori ed esegue le indicazioni senza avere un peso proprio nelle decisioni.

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