La nota del mattino 26 maggio 2011
Da La Stampa. “Barack H. Obama sceglie la Westminster Hall per dire che l`Occidente guida ancora il mondo grazie alla «difesa dei diritti dei singoli» ma deve porsi «con umiltà» di fronte alle sfide del XXI secolo, dall`economia alla sicurezza. Se il discorso del Cairo nel giugno 2009 servì per tendere la mano all`Islam e quello di Tokyo nel novembre seguente per proiettare l`America verso le economie emergenti del Pacifico, ora il presidente declina la propria visione sul ruolo dell`Occidente euroamericano. Farlo nella cornice dell`aula che evoca la Magna Carta significa esaltare la «partnership speciale» fra Gran Bretagna e Stati Uniti, proprio come fece Ronald Reagan dallo stesso luogo nel 1982 per lanciare la sfida all`Impero sovietico…Obama nega il declino dell`Occidente: «I rapidi cambiamenti in atto hanno fatto diventare di moda il ragionamento secondo cui la crescita veloce di nazioni come Cina e India sarà accompagnata dal declino dell`influenza di America ed Europa nel mondo, dalla fine della nostra leadership, ma è una tesi sbagliata». Obama ritiene che Europa e America resteranno «il maggior catalizzatore dell`azione globale nel mondo» grazie alla forza che gli viene da valori comuni che le portano a «difendere i diritti non solo degli Stati ma dei singoli cittadini» della Terra. Questa vocazione alla tutela dei «diritti universali» deve portare per Obama ad affrontare i bisogni di «prosperità e sicurezza», dai posti di lavoro in Ohio alle istanze di riforma sollevate dalle rivolte in atto nel mondo arabo… Ma per esercitare tale leadership, Obama chiede all`Occidente di «procedere con umiltà nella consapevolezza che non possiamo dettare ogni soluzione nel mondo». «Dobbiamo imporci con la forza dei diritti e degli ideali» suggerisce, soffermandosi sul fatto che Stati Uniti e Gran Bretagna «sono nazioni dove la cittadinanza non è definita sulla base della razza o dell`etnia, attirando individui da ogni luogo della Terra».
Insomma, il segreto della leadership dell`Occidente è nella capacità delle società anglosassoni
di integrare le diversità”.
Che la leadership dell’Occidente industrializzato non sia un dono gratuito del destino lo dimostra proprio in questi giorni la querelle sulla direzione del Fondo monetario internazionale dopo le dimissioni di Dominique Strauss-Kahn. L’Europa ha candidato Christine Lagarde, ministro francese delle finanze, come se la supremazia europea fosse il fatto più naturale del mondo. Ma Cina, India, Brasile, Russia e Sud Africa hanno rivendicato il proprio ruolo e la guida del Fmi. Anche se Christine Lagarde dovesse farcela, è chiaro che un’epoca è finita.
Insomma, il segreto della leadership dell`Occidente è nella capacità delle società anglosassoni
di integrare le diversità”.
Che la leadership dell’Occidente industrializzato non sia un dono gratuito del destino lo dimostra proprio in questi giorni la querelle sulla direzione del Fondo monetario internazionale dopo le dimissioni di Dominique Strauss-Kahn. L’Europa ha candidato Christine Lagarde, ministro francese delle finanze, come se la supremazia europea fosse il fatto più naturale del mondo. Ma Cina, India, Brasile, Russia e Sud Africa hanno rivendicato il proprio ruolo e la guida del Fmi. Anche se Christine Lagarde dovesse farcela, è chiaro che un’epoca è finita.
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