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mercoledì 31 agosto 2011

RIFLETTIAMO


CASTA DI POLITICANTI, LA MISURA E' COLMA:
ANDATEVENE A CASA !!!
Chi vuol fare un'esperienza politica o politico-amministrativa sa, o dovrebbe sapere, che sceglie di dedicare parte del suo tempo di vita privata agli altri, alla gestione della "cosa pubblica" nell'interesse del bene comune. Invece, è sotto gli occhi di tutti che il Politico (con la P maiuscola) non esiste più o, tutt'al più, è merce rarissima e ci sono dei "politicanti" che arrancano nel buio cercando di far credere all'opinione pubblica che sono fedeli al mandato elettorale che hanno ricevuto e che, al contrario, sono ben saldi ed incollati alle loro poltrone dorate per una cosa soltanto: salvaguardare i loro privilegi economico-sociali.
La "MANOVRA-BIS" (economico-finanziaria di cui al D.L. 13.08.2011 n. 138) di ferragosto è semplicemente scandalosa, laddove si colpiscono tutti (o quasi) ma che, in realtà, chi ci rimette veramente sono milioni di Italiani che alla fine del mese non ci arrivano e si indebitano sempre più nell'arrangiarsi a campare quotidianamente.
E la casta dei politicanti?? Cosa ci mette di suo in questo momento di duri e pesanti sacrifici??
Il Governo, poco tempo fa, ha licenziato il ddl costituzionale (ad oggi, chi l'ha visto??) per la riforma del bicameralismo perfetto con la riduzione dei parlamentari e, conseguentemente, con la riduzione dei costi della politica. Ma alcuni osservatori di quotidiani nazionali fanno notare che, di fatto, è una presa per i fondelli poiché non vi sono i tempi tecnici, in questa legislatura, per portare ad approvazione il ddl costituzionale de quo dato il necessario doppio passaggio alle Camere.
E allora?? Non si poteva prendere al volo il treno di questa "MANOVRA-BIS" per inserire anche il taglio di quei privilegi della "casta dei politicanti" che tanto fanno odiare la Politica (quella con la P maiuscola) ed accrescono il malcontento popolare e la disaffezione alle Istituzioni??
Cerchiamo di capirci con un esempio puntuale, già pubblicizzato a iosa a destra e manca, ma che vale la pena di ricordalo ancora una volta: gli stipendi, con annessi e connessi, dei parlamentari italiani di cui alla sotto riportata tabella (fonte sito web CAMERA DEI DEPUTATI e SENATO DELLA REPUBBLICA).

1- indennità parlamentare: € 11.703,64 lordi mensili [L'indennità è fissata in misura non superiore al trattamento complessivo massimo annuo lordo dei magistrati con funzioni di presidente di Sezione della Corte di Cassazione ed equiparate. Tale misura è stata rideterminata in riduzione dall'art. 1, comma 52, della legge 23.12.2005, n. 266 (legge finanziaria per il 2006).
L'indennità è corrisposta per 12 mensilità. L'importo mensile -che, a seguito della delibera dell'Ufficio di Presidenza del 17.01.2006, è stato ridotto del 10%- è pari a 5.486,58 euro, al netto delle ritenute previdenziali (€ 784,14) e assistenziali (€ 526,66) della quota contributiva per l'assegno vitalizio (€ 1.006,51) e della ritenuta fiscale (€ 3.899,75)]
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2- diaria: € 4.003,11 netti mensili [Viene riconosciuta, a titolo di rimborso delle spese di soggiorno a Roma, sulla base della legge n. 1261 del 1965.La diaria ammonta a 4.003,11 euro mensili. Tale somma viene ridotta di 206,58 euro per ogni giorno di assenza del deputato da quelle sedute dell'Assemblea in cui si svolgono votazioni, che avvengono con il procedimento elettronico.
È considerato presente il deputato che partecipa almeno al 30 per cento delle votazioni effettuate nell'arco della giornata]
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3- rimborso per spese inerenti al rapporto tra eletto ed elettori: € 4.190,00 netti mensili [A titolo di rimborso forfetario per le spese inerenti al rapporto tra eletto ed elettori, al deputato è attribuita una somma mensile di 4.190 euro, che viene erogata tramite il gruppo parlamentare di appartenenza.
Ai deputati non è riconosciuto alcun rimborso per le spese postali a decorrere dal 1990]
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4- spese di trasporto e spese di viaggio: € 3.323,70 o € 3.995,10 netti trimestrali [I deputati usufruiscono di tessere per la libera circolazione autostradale, ferroviaria, marittima ed aerea per i trasferimenti sul territorio nazionale.
Per i trasferimenti dal luogo di residenza all'aeroporto più vicino e tra l'aeroporto di Roma-Fiumicino e Montecitorio, è previsto un rimborso spese trimestrale pari a 3.323,70 euro, per il deputato che deve percorrere fino a 100 km per raggiungere l'aeroporto più vicino al luogo di residenza, ed a 3.995,10 euro se la distanza da percorrere è superiore a 100 km]
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5- spese telefoniche: € 3.098,74 netti annui [La Camera non fornisce ai deputati telefoni cellulari];
6- assistenza sanitaria [Il deputato versa mensilmente, in un apposito fondo, una quota del 4,5 per cento della propria indennità lorda, pari a 526,66 euro, destinata al sistema di assistenza sanitaria integrativa che eroga rimborsi secondo quanto previsto da un tariffario];
7- assegno di fine mandato [Il deputato versa mensilmente, in un apposito fondo, una quota del 6,7 per cento della propria indennità lorda, pari a 784,14 euro. Al termine del mandato parlamentare, il deputato riceve l'assegno di fine mandato, che è pari all'80 per cento dell'importo mensile lordo dell'indennità, per ogni anno di mandato effettivo (o frazione non inferiore ai sei mesi)];
8- assegno vitalizio [Il deputato versa mensilmente una quota -l'8,6 per cento, pari a 1.006,51 euro- della propria indennità lorda, che viene accantonata per il pagamento degli assegni vitalizi, come previsto da un apposito Regolamento approvato dall'Ufficio di Presidenza il 30.07.1997.
In base alle norme contenute in tale Regolamento, il deputato riceve il vitalizio a partire dal 65° anno di età. Il limite di età diminuisce fino al 60° anno di età in relazione agli anni di mandato parlamentare svolti.
L'importo dell'assegno varia da un minimo del 25 per cento a un massimo dell'80 per cento dell'indennità parlamentare, a seconda degli anni di mandato parlamentare.Il Regolamento prevede infine la sospensione del pagamento del vitalizio qualora il deputato sia rieletto al Parlamento nazionale ovvero sia eletto al Parlamento europeo o ad un Consiglio regionale.
Per leggere l'elenco e l'importo dei vitalizi erogati

Modifiche alla disciplina dell'assegno vitalizio (Deliberazione dell'Ufficio di Presidenza del 23.07.2007).
1) Per i deputati eletti per la prima volta a decorrere dalla XVI legislatura l'importo dell'assegno vitalizio varierà da un minimo del 20 per cento ad un massimo del 60 per cento.
2) A decorrere dalla XVI legislatura è stata soppressa la facoltà per il deputato di riscattare, mediante contribuzione volontaria, gli anni di mandato non esercitati in caso di legislature incomplete. A seguito di tale soppressione i periodi di versamento dei contributi coincidono necessariamente con gli anni effettivi di mandato.
3) La sospensione del pagamento dell'assegno vitalizio è stata estesa al caso in cui il titolare del vitalizio assuma successivamente all'01.01.2008 cariche pubbliche che prevedano una indennità il cui importo sia pari o superiore al 40 per cento dell'indennità parlamentare; alla sospensione non si procede qualora l'interessato opti per l'assegno vitalizio in luogo dell'indennità]. 

   

1- indennità parlamentare: € 12.005,95 lordi mensili [Al netto delle ritenute fiscali e dei contributi obbligatori per l'assegno vitalizio, per l'assegno di fine mandato e per l'assistenza sanitaria, l'indennità mensile si riduce ad euro 5.613,63 (ed è erogata per 12 mensilità).
Nel caso in cui il Senatore versi anche la quota aggiuntiva per la reversibilità dell'assegno vitalizio, l'importo indicato scende a 5.355,50 euro.
Ovviamente da tali importi vanno poi sottratte le addizionali all'IRPEF, che variano a seconda della Regione e del Comune di residenza: l'indennità netta mensile corrisposta ai Senatori nei nove mesi in cui sono trattenute le predette addizionali oscilla da 5.227,55 a 4.965,99 euro]
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2- rimborsi forfettari di spesa:
   a) diaria a titolo di rimborso delle spese di soggiorno: € 3.500,00 netti al mese [Periodicamente aggiornata in funzione dell'aumento del costo della vita, la diaria è stata erogata dal 2001 al 2010 nella misura di 4.003 euro al mese.
È stata poi ridotta a 3.500 euro a decorrere dall'01.012011, per effetto della deliberazione adottata dal Consiglio di Presidenza in data 25.11.2010. Tale somma viene ridotta di un quindicesimo se il Senatore non partecipa almeno al 30 per cento delle votazioni effettuate nell'arco della giornata (in una o più sedute dell'Assemblea]
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   b) contributo per il supporto dell'attività dei Senatori: € 4.180,00 netti al mese [A titolo di rimborso forfettario delle spese sostenute per le attività connesse con lo svolgimento del mandato parlamentare, è previsto un contributo mensile erogato, fino al 31.12.2010, nella misura di euro 4.678,36. Dall'01.01.2011 è ridotto a 4.180 euro (1.680 corrisposti direttamente al Senatore e 2.500 versati al Gruppo parlamentare di appartenenza).
Nell'ambito dell'attività dei Senatori sono inclusi non solo gli atti e gli adempimenti direttamente collegati alle funzioni svolte nelle Commissioni e nell'Assemblea, ma anche tutte le iniziative politiche, sociali, culturali che il parlamentare assume quale rappresentante della Nazione (ai sensi dell'art. 67 della Costituzione).
La divisione del contributo in due quote rispecchia la distinzione tra l'attività generale del Senatore -le cui spese sono rimborsate attraverso il Gruppo- e l'impegno particolare nel territorio in cui è eletto]
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   c) rimborso forfettario delle spese generali: € 1.650,00 netti mensili [A decorrere dall'01.01.2011 i Senatori ricevono un rimborso forfettario mensile di euro 1.650, che sostituisce e assorbe i preesistenti rimborsi per le spese accessorie di viaggio e per le spese telefoniche.
L'importo è stato determinato dal Collegio dei Senatori Questori, nell'ambito del riordino delle competenze economiche dei Senatori, mantenendo invariato l'onere complessivo che gravava sul bilancio del Senato per i due rimborsi soppressi]
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3- facilitazioni di trasporto [I Senatori usufruiscono di tessere strettamente personali per i trasferimenti sul territorio nazionale, mediante viaggi aerei, ferroviari e marittimi e la circolazione sulla rete autostradale];
4- assegno vitalizio [Il Regolamento per gli assegni vitalizi prevede che il Senatore cessato dal mandato riceva tale prestazione a partire dal 65° anno di età, purché abbia svolto il mandato parlamentare per almeno 5 anni. Il limite di età è ridotto di 1 anno per ogni anno di mandato effettivo oltre il quinto, fino al limite inderogabile di 60 anni.
Nel contesto della medesima riforma regolamentare è stata approvata la nuova tabella relativa alla misura degli assegni vitalizi, che è entrata in vigore con la XVI legislatura. In base a tale tabella l'importo dell'assegno vitalizio varia da un minimo del 20 per cento a un massimo del 60 per cento dell'indennità lorda, in proporzione alla durata del mandato, e si calcola tenendo conto solo degli anni effettivamente svolti (in precedenza gli assegni variavano da un minimo del 25 per cento a un massimo dell'80 per cento dell'indennità lorda)
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Per leggere l'elenco e l'importo dei vitalizi erogati
5- assegno di solidarietà (o di fine mandato) [Al termine del mandato parlamentare, il Senatore riceve dal Fondo di solidarietà fra i Senatori l'assegno di solidarietà, che è pari all'80 per cento dell'importo mensile lordo dell'indennità, moltiplicato per il numero degli anni di mandato effettivo.
Tale assegno viene erogato sulla base di contributi interamente a carico dei Senatori, cui è trattenuta mensilmente una quota dell'indennità lorda (il 6,7 per cento, pari attualmente a 804,40 euro)]
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6- assistenza sanitaria integrativa [Il Fondo di solidarietà fra i Senatori eroga un rimborso parziale di determinate spese sanitarie sostenute dagli iscritti, nei limiti fissati dal Regolamento e dal Tariffario.
L'iscrizione è obbligatoria per i Senatori in carica, che versano un contributo pari al 4,5 per cento dell'indennità lorda; è facoltativa per i titolari di assegni vitalizi, il cui contributo è pari al 4,7 per cento dell'importo lordo del proprio assegno.
Con il versamento di quote aggiuntive è possibile l'iscrizione dei familiari]
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Lo "stipendio con annessi e connessi" (come sopra elencati) dei parlamentari italiani è stabilito dalla "Legge 31.10.1965, n. 1261 - Determinazione dell'indennità spettante ai membri del Parlamento" ove, di fatto, l'entità delle varie voci spettanti è rimandata all'ampia discrezionalità degli Uffici di Presidenza delle due Camere. Quindi, basterebbe la seria volontà di pochi -e con minimo dispendio di tempo- per mettere fine a quei privilegi che tanto indispongono l'opinione pubblica ... ma, si sa, cane non mangia cane!!
Orbene, ultimamente il Governo e, prima ancora, i Presidenti delle due Camere ed oggi
ancora il Governo con la "MANOVRA-BIS" hanno dato una leggera sforbiciata qua e là in merito ad alcune voci che compongono il proprio "stipendio" ma non hanno toccato, in maniera significativa o per niente affatto, le voci di spesa che più fanno incazzare l'opinione pubblica e cioè:
(a) l'indennità parlamentare, (b) il rimborso per spese inerenti al rapporto tra eletto ed elettori, (c) l'assegno vitalizio.
Relativamente all'indennità parlamentare, è normale prendere € 12.000,00 lordi/mensili?? E ciò quando, per esempio, un dipendente comunale con 30 anni di carriera alle spalle prende, mediamente, € 2.200,00 lordi mensili?? E quest'ultimo deve ritenersi, comunque, un "privilegiato" rispetto alla maggioranza dei lavoratori che prendono meno ...
Relativamente al rimborso spese inerenti al rapporto tra eletto ed elettori (detto, volgarmente, la quota per il portaborse)
, è normale prendere € 4.180,00 netti/mensili sempre e comunque anche se il portaborse, spesso e volentieri, non c'è?? Non è il caso di erogare tale somma al parlamentare se dimostra di avere assunto, regolarmente, il portaborse e nel limite di spesa, comunque, di quanto costa effettivamente lo stesso??
Relativamente all'assegno vitalizio
, è normale "lavorare" 5 anni appena e, poi, a 65 anni di età prendere circa € 3.000,00 netti/mensili di pensione?? E ciò quando tutti gli altri comuni mortali devono lavorare minimo 40 anni (e adesso anche di più con la "MANOVRA-BIS") per avere, poi, una pensione da fame??
I leader politici fanno la fila in televisione, sui giornali, a predicare che i tagli ai loro stipendi sarebbero una goccia nel mare rispetto al debito pubblico esplosivo che ci ritroviamo ad affrontare: e, nel concreto, non fanno nulla in merito.
Come se non bastasse, si sono pure anche alcuni dipendenti pubblici che fanno parte, pure loro, di una casta: quelli che dipendono dalle due Camere.
Allora, abbiamo il diritto di essere incazzati??
Stiamo attenti, molto attenti, perché la corda è tesissima: ci vuole molto poco ancora perché succeda anche in Italia quanto già successo di recente in Grecia. Gli animi sono esasperati al massimo, la fiducia nelle Istituzioni è al minimo per colpa di "politicanti" che non hanno il coraggio né di fare le scelte giuste e coraggiose (anche se dolorose, ma per tutti e secondo equità sociale) per non perdere il consenso elettorale né di agire, subito, cominciando dal loro portafoglio e dai costi della politica centrale e locale (regioni e province in primis).
E allora, visto che la "MANOVRA-BIS" passa all'esame del Parlamento per la conversione in legge, formuliamo la seguente proposta (e nel contempo sincero auspicio
): un parlamentare qualunque (di destra, di sinistra o di centro) che abbia ancora rispetto della povertà, della dignità umana, del disagio sociale e che abbia un rigurgito di senso dell'etica e che si ricordi di essere al servizio dei Cittadini che lo hanno votato e non, presenti un emendamento al decreto-legge appena varato dal Governo per modificare la Legge 31.10.1965, n. 1261 al fine di eliminare almeno le tre contraddizioni sociali sopra elencate e stiamo a vedere se il Parlamento non lo vota (nomi e cognomi da ricordarsi per le prossime elezioni politiche!!).
Così facendo, sarà pure una goccia nel mare ma ugualmente importante e necessaria per ricominciare a credere nelle Istituzioni ed in una classe dirigente politica che, veramente, sia al servizio dei Cittadini. Siano loro a dare per primi l'esempio!! Poi, potranno anche chiedere rispetto e sacrifici ulteriori agli Italiani.
Da ultimo, con la riforma dell'art. 81 della Costituzione che il Governo ha messo in cantiere in questi giorni, abbiamo appreso dai giornali che dovrebbe risorgere il tanto vituperato (da parte della classe politica) CO.RE.CO. (Comitato Regionale di Controllo): ecco, questa è una buona, buonissima notizia e speriamo che non ci ripensino. Sarà la volta buona per dare un taglio netto a quel maldestro e conclamato modus operandi negli enti locali che tanti danni porta alle casse del denaro pubblico e, di riflesso, alla Collettività.
Alcuni esempi, certamente non esaustivi, che i Cittadini (comuni mortali) non sanno:
● consulenze esterne inopportune e dispendiose quando già esistono le professionalità necessarie all'interno dell'ente;

● incarichi esterni ex art. 110 D.Lgs. 267/2000 per coprire posti apicali e per "far fuori" le professionalità interne che danno fastidio agli amministratori;

● progressioni orizzontali e verticali indiscriminate del personale interno senza alcun criterio veramente meritocratico;

● retribuzioni di posizione oltre il limite di contratto (pari a € 12.911,42) sino all'importo di € 16.000,00 senza che sussistano i requisiti stringenti per erogare il massimo ovvero oltre la necessaria parsimonia per "accontentare" funzionari apicali ovvero segretari comunali che vogliono (a tutti i costi!!) svolgere anche le funzioni di direttore generale (vale la pena di ricordare l'indecente ed eclatante caso del Comune di Stezzano (BG) per il quale, fortunatamente, la Corte dei Conti, Sez. giurisdiz. Lombardia, ha reso giustizia con la sentenza 15.03.2011 n. 146);

● creazione di posti di dirigente anche in comuni di piccole dimensioni, quando il buon senso (e, forse ed in primis, anche la legge) porterebbe a comprendere ciò solamente negli enti con più di 20.000 abitanti;

● il non adeguamento degli oneri di urbanizzazione, almeno ogni tre anni siccome previsto dalla legge regionale, e conseguente mancato introito (danno erariale) di maggiori somme.

Precisiamo: non facciamo di tutta l'erba un fascio ... vi sono situazioni più che legittime, ma il malcostume è assai dilagante e molto più di quanto si possa pensare.

Ecco, prendete gli scempi sopra elencati e moltiplicateli per 8.106 (quanti sono i comuni italiani ... tralasciando -qui- province, regioni, ed altri mille enti pubblici) e capirete, non solo per questo, perché l'Italia sta andando in malora ... (se non lo è già).

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