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venerdì 30 settembre 2011

Il 5 Novembre mobiltazione civile


Il 5 Novembre mobiltazione civile

23 Settembre 2011
L'editoriale di Marina Sereni

Nella giornata in cui il Parlamento italiano, con il voto di una ristretta maggioranza, negava ai magistrati l'arresto del deputato Milanese, le borse di tutto il mondo hanno avuto un'altra giornata nerissima. La sfiducia sta prevalendo, le economie più sviluppate non riescono ad uscire dal rischio recessione, nessuno riesce a prevedere con attendibilità cosa ci aspetta. Come non vedere lo scarto tra la giornata trascorsa ieri a Montecitorio e la gravita' della crisi che sta mettendo in discussione il nostro modello di sviluppo, i nostri stili di vita, la possibilità stessa di progettare il futuro per i nostri giovani? Se non si coglie che tra le ragioni dell'antipolitica c'e' prima di tutto questo scarto non riusciremo a contrastare la disaffezione, il disimpegno, la campagna qualunquistica del "sono tutti uguali" che, adeguatamente alimentata dalla destra per far dimenticare le colpe e le responsabilità del Governo, rischia di colpire egualmente maggioranza e opposizione. Ecco perché dobbiamo fare ogni sforzo per dare risposte concrete alle domande, ai problemi quotidiani, alle preoccupazioni delle persone in carne ed ossa e non perdere mai di vista le ragioni del malessere sociale così diffuso oggi nel nostro Paese. A quel malessere dobbiamo parlare con la manifestazione nazionale del prossimo 5 Novembre mettendo il Pd al servizio di una mobilitazione civile e sociale ampia, indicando le nostre proposte per ricostruire l'Italia, unendo le forze consapevoli dei pericoli che il Paese sta correndo. La maggioranza numerica raggiunta ieri sul caso Milanese da Pdl e Lega non e' certo sufficiente a dare solidità e certezza ad una compagine che ormai litiga e si dilania anche quando "vince".
Dal Pd e dalle opposizioni oggi in tanti si attendono una proposta, un progetto, una iniziativa che possa più rapidamente possibile chiudere questa stagione asfissiante. Non e' tutto nelle nostre mani e la situazione economica e sociale e' davvero serissima. Abbiamo fatto e facciamo bene a dire che il Pd e' disponibile a contribuire ad un governo nuovo, di emergenza e di transizione che possa fare alcune limitate scelte per la crescita e il lavoro e alcune riforme istituzionali, a cominciare da quella della legge elettorale, urgente a maggior ragione se il referendum - come noi auspichiamo - verra' ammesso. Inutile dire che il voto su Milanese ha allontanato per il momento questa prospettiva. Ecco perché contestualmente non possiamo non lavorare a preparare un campo e un progetto alternativo a quello del centrodestra con i quali presentarci al voto, quando sarà. Considero la Conferenza sul Programma, che il Pd intende realizzare da qui all'inizio del nuovo anno, il cuore di questo percorso. Prima di domandarci "con chi" vogliamo governare l'Italia dobbiamo mettere in chiaro "per cosa", con quali valori, per quali innovazioni. Se dovremo "ricostruire" l'Italia, come credo, avremo bisogno di idee chiare e di un campo più largo di quello tradizionale del centrosinistra. Progressisti e moderati, società civile e partiti, mondo dei lavori e delle imprese, donne e uomini, Nord e Sud, giovani e anziani: mobilitazione e progetto per unire ciò che questa destra populista ha diviso, restituire al Paese un obiettivo condiviso per il quale battersi, un interesse generale, una idea del "bene comune".

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