Afghanistan, il governo si associ alla proposta di una Conferenza Internazionale di pace
L'appello della Calipari a discuterne all'ONU. Intanto Prodi avvisa: "Serve una politica comune dell'Europa" e La Russa dice si al confronto col PD in parlamento.
Che fare in Afghanistan?Spenti i riflettori sulla strage di Kabul, con i funerali di Stato di lunedì, oggi è stata la volta di un soldato italiano ferito, ma è tempo di riflettere e per l'Italia di entrare da attore al tavolo della pace.“Per l’Aghanistan il Pd da tempo chiede una ampia riflessione in parlamento per ridiscutere la strategia politico-diplomatica di intervento a sostegno della popolazione civile: crediamo che sia indispensabile che all’interno di una Conferenza internazionale di pace, proposta già avanzata all’Onu da Francia, Inghilterra e Germania, alla quale il nostro governo non si è ancora associato, dovranno essere discusse misure importanti di cooperazione economica e di aiuto alla società afghana per rendere visibile agli occhi del mondo il significato e la concretezza dell’intervento dell’Italia e dell’Occidente" sostiene Rosa Calipari, capogruppo dei Democratici in Commissione Difesa di Montecitorio. E’ necessario insomma abbandonare la strategia dei bombardamenti e non solo per non mettere mai più a repentaglio la vita dei nostri soldati e dei civili afghani ma perché quella strada non ha dato i frutti sperati. Su tutto questo è bene che il parlamento discuta al più presto".Parole simili a quelle di Romano Prodi durante una conferenza in Toscana: "Dal monopolarismo americano dell'intervento in Iraq siamo passati ad un multilateralismo aperto, dove tutto e' da definire. E dove l'Europa sta tentando faticosamente di costruire una politica comune, dopo che la guerra in Iraq ha spaccato la coesione creata da Kohl". L'ex presidente del Consiglio ha invitato a tenere conto, nei nuovi scenari, dei paesi come India e Cina e infine, rispondendo alle domande dei giornalisti ha detto di condividere al 100 per cento quanto affermato da Gino Strada nella stessa sede ("Lavorare in zona di conflitto vuol dire lavorare contro il conflitto e contro la logica della guerra, curare tutti quelli che hanno bisogno. Questa e' la vera, unica condizione. Ma e' una cosa di difficile comprensione - ha concluso - anche nel mondo umanitario''), ed ha evidenziato come la situazione dell'Afghanistan sia ancora piu' complessa di quella dell'Iraq, dato che è stato "l'inizio della fine della ex Unione Sovietica'.E l'ok al dibattito arriva dal ministro della Difesa: "Do atto a Parisi, Fassino e alla senatrice Pinotti di aver avuto sempre un atteggiamento, certo non sempre coincidente con il nostro, ma responsabile e teso a non far crescere inutili divisioni nei confronti dei militari che rappresentano tutta l'Italia". Così Ignazio La Russa ha commentato la richiesta del Pd di aprire un dibattito sugli ultimi fatti di sangue avvenuti in Afghanistan.
Che fare in Afghanistan?Spenti i riflettori sulla strage di Kabul, con i funerali di Stato di lunedì, oggi è stata la volta di un soldato italiano ferito, ma è tempo di riflettere e per l'Italia di entrare da attore al tavolo della pace.“Per l’Aghanistan il Pd da tempo chiede una ampia riflessione in parlamento per ridiscutere la strategia politico-diplomatica di intervento a sostegno della popolazione civile: crediamo che sia indispensabile che all’interno di una Conferenza internazionale di pace, proposta già avanzata all’Onu da Francia, Inghilterra e Germania, alla quale il nostro governo non si è ancora associato, dovranno essere discusse misure importanti di cooperazione economica e di aiuto alla società afghana per rendere visibile agli occhi del mondo il significato e la concretezza dell’intervento dell’Italia e dell’Occidente" sostiene Rosa Calipari, capogruppo dei Democratici in Commissione Difesa di Montecitorio. E’ necessario insomma abbandonare la strategia dei bombardamenti e non solo per non mettere mai più a repentaglio la vita dei nostri soldati e dei civili afghani ma perché quella strada non ha dato i frutti sperati. Su tutto questo è bene che il parlamento discuta al più presto".Parole simili a quelle di Romano Prodi durante una conferenza in Toscana: "Dal monopolarismo americano dell'intervento in Iraq siamo passati ad un multilateralismo aperto, dove tutto e' da definire. E dove l'Europa sta tentando faticosamente di costruire una politica comune, dopo che la guerra in Iraq ha spaccato la coesione creata da Kohl". L'ex presidente del Consiglio ha invitato a tenere conto, nei nuovi scenari, dei paesi come India e Cina e infine, rispondendo alle domande dei giornalisti ha detto di condividere al 100 per cento quanto affermato da Gino Strada nella stessa sede ("Lavorare in zona di conflitto vuol dire lavorare contro il conflitto e contro la logica della guerra, curare tutti quelli che hanno bisogno. Questa e' la vera, unica condizione. Ma e' una cosa di difficile comprensione - ha concluso - anche nel mondo umanitario''), ed ha evidenziato come la situazione dell'Afghanistan sia ancora piu' complessa di quella dell'Iraq, dato che è stato "l'inizio della fine della ex Unione Sovietica'.E l'ok al dibattito arriva dal ministro della Difesa: "Do atto a Parisi, Fassino e alla senatrice Pinotti di aver avuto sempre un atteggiamento, certo non sempre coincidente con il nostro, ma responsabile e teso a non far crescere inutili divisioni nei confronti dei militari che rappresentano tutta l'Italia". Così Ignazio La Russa ha commentato la richiesta del Pd di aprire un dibattito sugli ultimi fatti di sangue avvenuti in Afghanistan.
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