Un riformista vero
Addio a Gino Giugni
E' morto a Roma Gino Giugni, il padre dello statuto dei lavoratori. Genovese, nel 1969 aveva presieduto la commissione nazionale che aveva redatto il testo unico sulle tutele e i diritti dei lavoratori. La biografia. Professore di diritto del lavoro all'università di Roma, Giugni è stato anche presidente del Psi. Dottore honoris causa alle Università di Buenos Aires e di Nanterre, ha insegnato a Parigi e Los Angeles, ed è stato presidente dell'Accademia europea di diritto del lavoro. Collaboratore negli anni '60 del ministro del Lavoro Giacomo Brodolini (primo socialista ad occupare quel dicastero negli anni del centrosinistra), negli anni '80 Giugni ha presieduto le commissioni ministeriali per la riforma delle liquidazioni e sul costo del lavoro. Nel marzo del 1983 e' stato gambizzato a Roma dalle Brigate Rosse. Eletto senatore nelle politiche dell'83, Giugni è diventato presidente della commissione Lavoro di Palazzo Madama. Dall'aprile '93 al maggio '94 ricoprì la carica di ministro del Lavoro e della sicurezza sociale del governo Ciampi. Negli ultimi anni ha ricoperto tra l'altro la carica di presidente della Commissione di Garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ricorda Giugni in un messaggio inviato alla famiglia, dove menziona "la vile aggressione del terrorismo brigatista che colpì gravemente il suo fisico". Per il presidente Giugni, oltre che un amico, "resta esempio di appassionata dedizione allo stato democratico e di assoluta coerenza e integrità. Sono vicino con affetto al dolore dei famigliari".I commenti dei democratici.“Padre dello Statuto dei lavoratori, attento e acutissimo capace di non perdere mai di vista i cambiamenti nel mondo del lavoro, equilibrato e coraggioso: con Gino Giugni se ne va un vero riformista. Lo Statuto che porta la sua firma è uno dei grandi passaggi della modernizzazione e della crescita sociale del nostro Paese. Per questo la sua scomparsa ci addolora e colpisce. Esprimo alla sua famiglia, ai suoi collaboratori la vicinanza mia personale e quella di tutto il Pd” dichiara Dario Franceschini, segretario del Partito democratico.Messaggi anche dai gruppi di Camera e Senato.Antonello Soro, presidente deputati Pd: “A nome mio personale e a nome dei deputati del Partito Democratico desidero esprimere ai familiari di Gino Giugni il più vivo cordoglio per la sua scomparsa. Lo stile e la misura con cui Giugni ha interpretato il suo ruolo di giuslavorista, di politico, di legislatore ne fanno un punto di riferimento imprescindibile, un maestro che ha saputo insegnare non solo a quelli della sua parte politica ma a tutti gli italiani. Il suo esempio è anche più forte e impegnativo per i parlamentari democratici. La stagione che ha visto nascere lo Statuto dei Lavoratori, di cui Giugni è universalmente riconosciuto il padre, è stata infatti una stagione di straordinaria vitalità e protagonismo del Parlamento. La sua testimonianza dimostra che le vere riforme, le riforme che durano e che rendono migliore il nostro Paese, si fanno con il coinvolgimento di tutto il Parlamento e non con la sua riduzione a mero organo di ratifica.”"Esprimo a nome mio personale e di tutte le senatrici e i senatori del gruppo del Partito Democratico a Palazzo Madama le piu' sentite condoglianze alla famiglia per la scomparsa di Gino Giugni. Con lui se ne va il 'padre' dello Statuto dei lavoratori. Di Giugni ricordiamo il rigoroso impegno nelle aule parlamentari e la sua continua attenzione, da studioso e da uomo politico, al mondo del lavoro e ai diritti dei lavoratori.Esempio del più lungimirante riformismo italiano, Giugni ha saputo difendere le sue idee senza mai farsi intimidire, nemmeno durante il periodo più tragico del terrorismo che era arrivato a colpirlo direttamente. Lo ringraziamo ancora per avere contribuito, con il suo operato, allacrescita civile e politica del nostro Paese". Questo il messaggio di cordoglio di Anna Finocchiaro, Presidente del gruppo Pd al Senato.“Sono colpito e addolorato dalla scomparsa di Gino Giugni. Un amico, un maestro e un compagno con il quale ho avuto la fortuna di condividere la comune passione per i temi sociali e del lavoro. Scompare una figura esemplare che ha saputo unire studio, insegnamento, iniziativa politica e capacità di governo. Il segno dell’azione politica e sociale di Gino Giugni resterà per sempre indissolubilmente legato allo Statuto dei lavoratori, una pietra miliare nella legislazione del lavoro. Mi unisco al dolore della famiglia, con la quale condivido la consapevolezza del vuoto che Gino lascia” fa sapere Cesare Damiano, responsabile Lavoro del Pd.“Anche nel momento della commozione e del cordoglio è difficile sopravvalutare il ruolo che Gino Giugni ha avuto nell’evoluzione sociale e civile del nostro paese. Un riformista, un vero caposcuola, un artefice decisivo della civilizzazione dei rapporti di lavoro e dell’affermazione della dignità del lavoro. Lo salutiamo con grande affetto e grande rimpianto”. Questo il messaggio di cordoglio di Pier Luigi Bersani per la scomparsa di Gino Giugni.“Un socialista orgoglioso di esserlo, un riformista vero che con l’autorità delle sue riconosciute competenze, ha contribuito a dare dignità e tutela al mondo del lavoro, dotando l’Italia di leggi e strumenti primo fra tutti lo Statuto dei diritti dei lavoratori di cui Giugni, insieme a Giacomo Brodolini, fu uno dei padri. Fino all’ultimo ha mantenuto salda e viva la sua passione politica e l’impegno per affermare quei valori della sinistra e del riformismo per i quali ha speso con generosità la sua vita”. Così Piero Fassino ha espresso dolore e cordoglio per la scomparsa del giurista.“La notizia della scomparsa di Gino Giugni suscita dolore autentico e profondo. Io personalmente e tutti lo ricordiamo come il maestro che fin dal dopoguerra ha segnato con il suo impegno e la sua intelligenza la storia dei temi sociali e del lavoro nel nostro Paese. Gino Giugni ha, direttamente e indirettamente, contribuito a quelle riforme che hanno ispirato e permeato una politica del Lavoro autenticamente riformista nella quale ancora oggi il Pd si riconosce. Anche per questo gli siamo riconoscenti ed esprimiamo alla sua famiglia cordoglio e amicizia per la perdita di un grande uomo” dichiara Tiziano Treu, senatore del Pd.Andrea Pacella Responsabile Welfare dei Giovani Democratici ricorda come “Gino Giugni ha rappresentato una preziosa testimonianza di intelligente e lucido impegno a favore di tante lavoratrici e lavoratori. Facendosi promotore negli anni dello Statuto dei Lavoratori ha reso la vita di milioni di persone più umana e più giusta, riconoscendo diritti fondamentali per attuare pienamente il primo articolo della nostra Carta Costituzionale. Ciò che ha fatto Gino Giugni nella sua militanza politica socialista continuerà ad essere un esempio per tutti noi, che da Democratici siamo impegnati a risolvere le contraddizioni del mondo nuovo”.
Addio a Gino Giugni
E' morto a Roma Gino Giugni, il padre dello statuto dei lavoratori. Genovese, nel 1969 aveva presieduto la commissione nazionale che aveva redatto il testo unico sulle tutele e i diritti dei lavoratori. La biografia. Professore di diritto del lavoro all'università di Roma, Giugni è stato anche presidente del Psi. Dottore honoris causa alle Università di Buenos Aires e di Nanterre, ha insegnato a Parigi e Los Angeles, ed è stato presidente dell'Accademia europea di diritto del lavoro. Collaboratore negli anni '60 del ministro del Lavoro Giacomo Brodolini (primo socialista ad occupare quel dicastero negli anni del centrosinistra), negli anni '80 Giugni ha presieduto le commissioni ministeriali per la riforma delle liquidazioni e sul costo del lavoro. Nel marzo del 1983 e' stato gambizzato a Roma dalle Brigate Rosse. Eletto senatore nelle politiche dell'83, Giugni è diventato presidente della commissione Lavoro di Palazzo Madama. Dall'aprile '93 al maggio '94 ricoprì la carica di ministro del Lavoro e della sicurezza sociale del governo Ciampi. Negli ultimi anni ha ricoperto tra l'altro la carica di presidente della Commissione di Garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ricorda Giugni in un messaggio inviato alla famiglia, dove menziona "la vile aggressione del terrorismo brigatista che colpì gravemente il suo fisico". Per il presidente Giugni, oltre che un amico, "resta esempio di appassionata dedizione allo stato democratico e di assoluta coerenza e integrità. Sono vicino con affetto al dolore dei famigliari".I commenti dei democratici.“Padre dello Statuto dei lavoratori, attento e acutissimo capace di non perdere mai di vista i cambiamenti nel mondo del lavoro, equilibrato e coraggioso: con Gino Giugni se ne va un vero riformista. Lo Statuto che porta la sua firma è uno dei grandi passaggi della modernizzazione e della crescita sociale del nostro Paese. Per questo la sua scomparsa ci addolora e colpisce. Esprimo alla sua famiglia, ai suoi collaboratori la vicinanza mia personale e quella di tutto il Pd” dichiara Dario Franceschini, segretario del Partito democratico.Messaggi anche dai gruppi di Camera e Senato.Antonello Soro, presidente deputati Pd: “A nome mio personale e a nome dei deputati del Partito Democratico desidero esprimere ai familiari di Gino Giugni il più vivo cordoglio per la sua scomparsa. Lo stile e la misura con cui Giugni ha interpretato il suo ruolo di giuslavorista, di politico, di legislatore ne fanno un punto di riferimento imprescindibile, un maestro che ha saputo insegnare non solo a quelli della sua parte politica ma a tutti gli italiani. Il suo esempio è anche più forte e impegnativo per i parlamentari democratici. La stagione che ha visto nascere lo Statuto dei Lavoratori, di cui Giugni è universalmente riconosciuto il padre, è stata infatti una stagione di straordinaria vitalità e protagonismo del Parlamento. La sua testimonianza dimostra che le vere riforme, le riforme che durano e che rendono migliore il nostro Paese, si fanno con il coinvolgimento di tutto il Parlamento e non con la sua riduzione a mero organo di ratifica.”"Esprimo a nome mio personale e di tutte le senatrici e i senatori del gruppo del Partito Democratico a Palazzo Madama le piu' sentite condoglianze alla famiglia per la scomparsa di Gino Giugni. Con lui se ne va il 'padre' dello Statuto dei lavoratori. Di Giugni ricordiamo il rigoroso impegno nelle aule parlamentari e la sua continua attenzione, da studioso e da uomo politico, al mondo del lavoro e ai diritti dei lavoratori.Esempio del più lungimirante riformismo italiano, Giugni ha saputo difendere le sue idee senza mai farsi intimidire, nemmeno durante il periodo più tragico del terrorismo che era arrivato a colpirlo direttamente. Lo ringraziamo ancora per avere contribuito, con il suo operato, allacrescita civile e politica del nostro Paese". Questo il messaggio di cordoglio di Anna Finocchiaro, Presidente del gruppo Pd al Senato.“Sono colpito e addolorato dalla scomparsa di Gino Giugni. Un amico, un maestro e un compagno con il quale ho avuto la fortuna di condividere la comune passione per i temi sociali e del lavoro. Scompare una figura esemplare che ha saputo unire studio, insegnamento, iniziativa politica e capacità di governo. Il segno dell’azione politica e sociale di Gino Giugni resterà per sempre indissolubilmente legato allo Statuto dei lavoratori, una pietra miliare nella legislazione del lavoro. Mi unisco al dolore della famiglia, con la quale condivido la consapevolezza del vuoto che Gino lascia” fa sapere Cesare Damiano, responsabile Lavoro del Pd.“Anche nel momento della commozione e del cordoglio è difficile sopravvalutare il ruolo che Gino Giugni ha avuto nell’evoluzione sociale e civile del nostro paese. Un riformista, un vero caposcuola, un artefice decisivo della civilizzazione dei rapporti di lavoro e dell’affermazione della dignità del lavoro. Lo salutiamo con grande affetto e grande rimpianto”. Questo il messaggio di cordoglio di Pier Luigi Bersani per la scomparsa di Gino Giugni.“Un socialista orgoglioso di esserlo, un riformista vero che con l’autorità delle sue riconosciute competenze, ha contribuito a dare dignità e tutela al mondo del lavoro, dotando l’Italia di leggi e strumenti primo fra tutti lo Statuto dei diritti dei lavoratori di cui Giugni, insieme a Giacomo Brodolini, fu uno dei padri. Fino all’ultimo ha mantenuto salda e viva la sua passione politica e l’impegno per affermare quei valori della sinistra e del riformismo per i quali ha speso con generosità la sua vita”. Così Piero Fassino ha espresso dolore e cordoglio per la scomparsa del giurista.“La notizia della scomparsa di Gino Giugni suscita dolore autentico e profondo. Io personalmente e tutti lo ricordiamo come il maestro che fin dal dopoguerra ha segnato con il suo impegno e la sua intelligenza la storia dei temi sociali e del lavoro nel nostro Paese. Gino Giugni ha, direttamente e indirettamente, contribuito a quelle riforme che hanno ispirato e permeato una politica del Lavoro autenticamente riformista nella quale ancora oggi il Pd si riconosce. Anche per questo gli siamo riconoscenti ed esprimiamo alla sua famiglia cordoglio e amicizia per la perdita di un grande uomo” dichiara Tiziano Treu, senatore del Pd.Andrea Pacella Responsabile Welfare dei Giovani Democratici ricorda come “Gino Giugni ha rappresentato una preziosa testimonianza di intelligente e lucido impegno a favore di tante lavoratrici e lavoratori. Facendosi promotore negli anni dello Statuto dei Lavoratori ha reso la vita di milioni di persone più umana e più giusta, riconoscendo diritti fondamentali per attuare pienamente il primo articolo della nostra Carta Costituzionale. Ciò che ha fatto Gino Giugni nella sua militanza politica socialista continuerà ad essere un esempio per tutti noi, che da Democratici siamo impegnati a risolvere le contraddizioni del mondo nuovo”.
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