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giovedì 4 novembre 2010

ITALIA NEL BORDELLO, SALVIAMOLA

MARANTELLI E LA “TATTICA” DELLA LEGA
“PADRUN CUMANDA, CAVAL EL TROTA”


Marantelli: subito un governo di transizione al posto di Berlusconi
 
Daniele Marantelli, deputato varesino del Pd, siamo al bunga bunga.Qual è il suo commento?
«La commissione Bilancio della Camera sta per prendere in esame la legge di bilancio. Mi chiedo ... ».

Scusi, che cosa c'entra la commissione Bilancio col bunga bunga?
«Mi lasci continuare. Mi chiedo se in questa legge è prevista la diminuzione della tasse: no. Se è contenuta l'abolizione dell'Irap: no. Se si parla della modifica del patto di stabilità, che sta mettendo in ginocchio i Comuni virtuosi: no. Se si inseriscono risorse per rilanciare l'occupazione, per dare impulso alla scuola, all'università, alla ricerca: no. Però è programmato un taglio di due miliardi di euro alle infrastrutture. Per rispondere alla sua domanda: tutto questo, al netto delle ossessioni del premier sulla giustizia e sugli impulsi sessual-goderecci, è la fotografia della realtà italiana. Un Paese che appare allo sbando».

Dunque?
«Dunque è una realtà scandita in modo impietoso dai dati. Mi colpisce che il debito pubblico abbia sfondato i 1843 miliardi di euro, cioè il 118 per cento del Pil. Mi colpisce che la disoccupazione sia in costante crescita e quella giovanile sia superiore al 25 per cento. Intanto, nonostante le tante chiacchiere e i molti proclami, la spesa corrente statale, con buona pace di Brunetta, è schizzata in alto a discapito della spesa corrente degli enti locali. E persino l'inflazione comincia a rialzare la testa. Mi pare davvero sconcertante che invece ... ».

Che invece?
«Ci si perda dietro a vicende come quelle del bunga bunga. Vede, credo sia normale che le persone perbene si sentano tradite. Non sono un bacchettone, però non posso esimermi dal ricordare che da un anno stiamo discutendo delle Noemi, delle D'Addario e, adesso, di questa Ruby. Se tutti gli uomini italiani si comportassero come Berlusconi, la nazione si trasformerebbe nel più grande bordello del mond.

Onorevole, non le sembra di esagerare?
«Mi sembra piuttosto che, in un simile bailamme, il capo del Governo non abbia la necessaria serenità per tenere testa ai veri problemi».

Proprio ieri, in una inte
rvista a "Il Giornale", il ministro alla Pubblica Istruzione Mariastella Gelmini sosteneva che sul Governo si butta solo fango, in quanto sta lavorando bene.
«La Gelmini è una lombarda, pragmatica come il sottoscritto. Se ritiene che i dati a cui accennavo sono sbagliati, li smentisca. Poi posso anche credere che Berlusconi non mollerà tanto facilmente la presa, ma io, che non ho di solito un approccio ideologico alle questioni, faccio cantare i dati. E al ministro Gelmini ricordo che, proprio nel suo settore, e non solo, il Governo ha tagliato le risorse del 10 per cento in modo orizzontale. Angela Merkel, per contro, nella manovra economica ha inserito 12 miliardi a favore della ricerca. Questa è la differenza di fondo tra noi e la Germania».

Persino Zucchero, il cantante, ritiene che certe questioni private non siano il male assoluto e che a Berlusconi non esista alternativa. Zucchero è di sinistra.
«Per carità, è un artista molto bravo, che apprezzo. Dico però che quando persino la Chiesa, dopo lunghi e imbarazzati silenzi, esce allo scoperto con severi giudizi, significa che diventa difficile distinguere tra la vita privata, che in teoria dovrebbe essere una sfera intoccabile, dalla funzione pubblica. Quando violi l'uguaglianza dei cittadini davanti alla legge, quando racconti spudorate menzogne a un funzionario della questura di Milano (Ruby nipote di Mubarak, ndr), , rischi di esporre il Paese al ridicolo del mondo. Non è più un fatto privato, con buon pace di Zucchero».

La crisi mondiale non ha facilitato l'azione governativa. Lo riconosce anche lei, credo?
«Non c'è alcun dubbio, sarebbe meschino sostenere il contrario. Ma proprio per questa ragione, ritengo che chi sta alla guida del Paese dovrebbe fare leva sulle risorse migliori, sulla cultura del lavoro, sulla propensione all'innovazione e al risparmio. Abbiamo resistito alla crisi perché siamo ricchi di queste risorse, che non guardano ai modelli imperanti, né ai
C
orona, né ai Mora e, peggio, alle Noemi e alle Ruby. Poi, scusi, non è un caso che Emma Marcegaglia abbia lanciato il grido d'allarme degli industriali a pochi mesi da dichiarazioni di segno opposto per quanto riguarda il governo: qualcosa di profondo è cambiato. Qualcosa che ora preoccup.

Come dovrebbe comportarsi la Lega Nord, in questa situazione?
«Bella domanda, perché apre il capitolo delle responsabilità, che non sono solo di Berlusconi. Mi risponda Bossi e, assieme a lui anche Fini: quali azioni concrete hanno compiuto sul lodo Alfano, sul legittimo impedimento, sulla cricca della Protezione civile, su Cosentino legato al clan dei casalesi? Hanno sostenuto ogni volta Berlusconi».

Se non mediassero, cadrebbe il Governo. E' scontato.
«Sarebbe il minore dei mali».

Al voto anticipato non volete andare nemmeno voi democratici.
«Infatti, non diciamo di aprire le urne adesso. Ci battiamo per un governo di transizione, che si occupi di alcuni argomenti precisi prima di votare, esattamente ciò che abbiamo sostenuto nella recente assemblea nazionale del Pd a Busto Arsizio. E cioè, servono subito misure chiare riguardo al fisco e a sostegno dell'economia; servono una nuova legge elettorale e un provvedimento serio per quanto riguarda il federalismo. Provvedimenti che ci riallineino all'Europa. Ma mi lasci aprire una parentes.

Marantelli, ci mancherebbe.
«Trovo sconcertante l'assenza dei vertici governativi a Shangai, dove è stato passato il testimone a Milano per quanto riguarda l'Expo. Mi sembra una defezione grave quanto significativa e persino inaccettabile».

E allora, quali sono e quali saranno gli influssi di tale, complessiva situazione a livello locale?
«Diciamo subito che la frattura del Pdl ha avuto effetti devastanti anche nel Varesotto, benché si tenda a minimizzarli. Tensioni esplose persino nella Lega Nord, come tutti sanno. E non per una cifra caratteriale dei suoi dirigenti, bensì per il disagio di un elettorato che comincia a porsi seri dubbi. Gli elettori di Pdl e Carroccio sono per la stragrande maggioranza persone oneste, che assistono impotenti allo sfascio, non solo operativo ma anche etico».

La Lega Nord insiste per andare sola alle amministrative.
«Devo constatare che anche alle amministrative, la Lega ha sempre contraddetto alla radice i principi federalisti, nel senso che la spartizione delle candidature è sempre avvenuta sul tavolo di Arcore, presenti solo i vertici, a prescindere dalla realtà locale. Penso però che la minacciata corsa solitaria alle urne sia in qualche modo calcolo tattico per tacitare i malumori della base. Alla fine prevarranno altre logiche, soprattutto una: padrun cumanda, caval el trota. E tutti zitti».

Vincenzo Coronetti – tratto da: La Prealpina del 2 novembre 2010 

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