Approvata all'unanimità la mozione del PD, ma sono ancora molte le questioni aperte
L'ipotesi di rimodulazione dell'impianto
finanziario formativo per l'anno 2015-2016 è giunto in discussione in
commissione Istruzione.
Alle prime intenzioni avanzate dall'assessorato di apportare tagli
all'intero sistema formativo con ricadute negative sui centri pubblici
di formazione professionale, sono seguite modifiche grazie
all'intervento dei consiglieri del Pd che hanno ottenuto un impegno
preciso della Giunta a garantire le adeguate risorse per l'erogazione
del servizio formativo.
In attesa della delibera relativa alle attività di istruzione e formazione professionale, annunciata per il 20 febbraio e, in considerazione delle preoccupazioni dei centri di formazione professionale pubblici, per i quali i tagli comporterebbero l'impossibilità di assicurare l'erogazione dei corsi già dal 2015, il Pd ha chiesto impegni precisi all'assessore Aprea.
"La nostra mozione ha ottenuto voto unanime - ha dichiarato Fabio Pizzul. - La formazione professionale in Lombardia è molto importante, perché, ogni anno, garantisce percorsi di formazione a circa 50mila utenti. L'ipotesi di riformulazione delle doti che la Giunta aveva ipotizzato in un primo tempo e l'azzeramento dei trasferimenti aggiuntivi ai Centri di Formazione pubblici gestiti dalle province avrebbe messo in seria discussione una parte significativa del sistema. Per questo, abbiamo impegnato il governo regionale ad assicurare ai centri di formazione le risorse necessarie per il loro funzionamento e per l'erogazione di un'adeguata offerta formativa, affinché il sistema della formazione professionale possa essere garantito".
Sia dai sindacati, sia dai dirigenti dei Cfp, è stato richiesto un confronto approfondito per accompagnare il passaggio verso un sistema totalmente affidato al mercato come sta auspicando la Giunta. Le questioni ancora aperte sono parecchie: dal pagamento delle retribuzioni dei dipendenti transitati dalla regione alle province, alla riduzione del numero di doti anche per le persone svantaggiate, al mancato finanziamento del quinto anno di frequenza che comporterebbe il non riconoscimento agli allievi del diploma, ma solo della qualifica.
"Tutto questo non potrà però avvenire in via definitiva prima del chiarimento riguardo il nuovo assetto istituzionale degli enti locali - ha aggiunto Pizzul. A chi toccherà gestire la formazione professionale che fino ad oggi la regione aveva affidato alle province? Ogni ragionamento sul futuro della formazione professionale non può che venire dopo una risposta chiara a questa domanda".
All'impegno ottenuto con voto unanime, dovranno seguire i fatti, affinché Regione Lombardia garantisca una offerta formativa che ha, da sempre, ritenuto eccellente.
In attesa della delibera relativa alle attività di istruzione e formazione professionale, annunciata per il 20 febbraio e, in considerazione delle preoccupazioni dei centri di formazione professionale pubblici, per i quali i tagli comporterebbero l'impossibilità di assicurare l'erogazione dei corsi già dal 2015, il Pd ha chiesto impegni precisi all'assessore Aprea.
"La nostra mozione ha ottenuto voto unanime - ha dichiarato Fabio Pizzul. - La formazione professionale in Lombardia è molto importante, perché, ogni anno, garantisce percorsi di formazione a circa 50mila utenti. L'ipotesi di riformulazione delle doti che la Giunta aveva ipotizzato in un primo tempo e l'azzeramento dei trasferimenti aggiuntivi ai Centri di Formazione pubblici gestiti dalle province avrebbe messo in seria discussione una parte significativa del sistema. Per questo, abbiamo impegnato il governo regionale ad assicurare ai centri di formazione le risorse necessarie per il loro funzionamento e per l'erogazione di un'adeguata offerta formativa, affinché il sistema della formazione professionale possa essere garantito".
Sia dai sindacati, sia dai dirigenti dei Cfp, è stato richiesto un confronto approfondito per accompagnare il passaggio verso un sistema totalmente affidato al mercato come sta auspicando la Giunta. Le questioni ancora aperte sono parecchie: dal pagamento delle retribuzioni dei dipendenti transitati dalla regione alle province, alla riduzione del numero di doti anche per le persone svantaggiate, al mancato finanziamento del quinto anno di frequenza che comporterebbe il non riconoscimento agli allievi del diploma, ma solo della qualifica.
"Tutto questo non potrà però avvenire in via definitiva prima del chiarimento riguardo il nuovo assetto istituzionale degli enti locali - ha aggiunto Pizzul. A chi toccherà gestire la formazione professionale che fino ad oggi la regione aveva affidato alle province? Ogni ragionamento sul futuro della formazione professionale non può che venire dopo una risposta chiara a questa domanda".
All'impegno ottenuto con voto unanime, dovranno seguire i fatti, affinché Regione Lombardia garantisca una offerta formativa che ha, da sempre, ritenuto eccellente.
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