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domenica 1 febbraio 2015

PD Lombardia - QUELLA SVISTA SULLE POMPE DI CALORE

Con un atto sui consorzi di bonifica, la Giunta rischia di mettere in difficoltà chi utilizza il sistema energetico. Cioè il suo stesso palazzo

"Per adeguare i contributi dovuti ai consorzi di bonifica dagli immobili che ricadono nel loro comprensorio, rischiano di andarci di mezzo coloro che sfruttano le pompe di calore per produrre energia pulita, perché il costo a carico potrebbe aumentare di 16 volte. Ciò significa, ad esempio, che Palazzo Lombardia dovrebbe pagare 51mila euro l'anno, anziché gli attuali 3mila", sintetizzano così Marco Carra e Agostino Alloni, capogruppo e consigliere regionale del Pd in commissione Agricoltura, i contenuti di un atto di iniziativa della Giunta, a proposito dei consorzi di bonifica, cui serve il parere del consiglio. Il dubbio sollevato dal Pd ha convinto anche le forze di maggioranza, che hanno deciso così di procedere con un approfondimento, prima di votare il documento da rinviare alla Giunta.
"In linea di massima il provvedimento è condivisibile, perché uniforma l'applicazione del contributo ai consorzi, secondo criteri tecnici, su tutto il territorio regionale - spiegano Carra e Alloni -. Ma c'è un punto, quello riguardante il beneficio ambientale, che non ci convince e ci ha indotto a chiedere alla Commissione un approfondimento. Cioè, dovremo invitare la Giunta a stabilire criteri più specifici, per garantire una maggiore determinatezza nell'individuazione del beneficio". In particolare, laddove si parla del ravvenamento della falda freatica (un aumento della portata se troppo povera d'acqua, ndr), "sembrerebbe di capire che rispetto all'attuale costo per gli immobili che utilizzano l'acqua per far funzionare le pompe di calore, ci sarebbe un aumento di 16 volte. Bisogna escludere che ciò accada perché produrre energia elettrica e calore con questi sistemi è di per sé già un beneficio ambientale e per tutta la comunità", aggiungono i consiglieri Pd. Da qui l'esempio del palazzo che ospita la Giunta e che è servito proprio da pompe di calore. Oltre tutto, concludono Carra e Alloni, "ciò succede mentre si sta per approvare il piano energetico regionale. Se fosse una svista della Giunta, significa proprio che la mano destra non sa cosa fa la sinistra".

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