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venerdì 6 novembre 2009

MOZIONE PD REGIONALE " FRONTALERI"

Si pubblica la mozione presentata in Consiglio Regionale dai consiglieri regionali Stefano Tosi, Luca Gaffuri e Carlo Spreafico del PD sul problema dei giorni d'oggi " i Frontalieri"

MOZIONE URGENTE
AL CONSIGLIO REGIONALE

Premesso che

Sono decina di migliaia i lavoratori frontalieri della provincia di Varese, Como, Lecco e Sondrio, che ogni giorno, varcano il confine per prestare la propria opera nelle attività produttive della vicina Svizzera;

Il numero dei frontalieri è destinato ad accrescersi per effetto della mobilità occupazionale e delle disposizioni di legge che regolano l’accesso al mercato del lavoro elvetico, frutto degli accordi bilaterali stipulati con l’Unione Europea e conseguente introduzione della libera circolazione delle persone e delle facilitazioni in materia di permessi di residenza. Tutto ciò esige una rinnovata considerazione da parte del Governo italiano sul nuovo status dei lavoratori frontalieri in termini d’informazione a proposito delle questioni fiscali;

le lavoratrici ed i lavoratori frontalieri occupati in Svizzera ai sensi dell’art. 1 dell’Accordo tra Italia e Svizzera del 3 ottobre 1974 (Accordo tra la Svizzera e l’Italia relativo all’imposizione dei lavoratori frontalieri ed alla compensazione finanziaria a favore dei Comuni italiani di confine), sono soggetti – per quanto riguarda salari, stipendi ed altri elementi facenti parte della remunerazione che ricevono in corrispettivo di una attività dipendente – all’imposizione fiscale soltanto in Svizzera;

una parte di circa il 40% del gettito fiscale proveniente dalla summenzionata imposizione, ai sensi degli art. 2, 3 e 4 dello stesso Accordo, viene retrocessa ogni anno al Ministero del Tesoro Italiano quale compensazione finanziaria per le spese sostenute dai Comuni italiani in confine;

i lavoratori e le lavoratrici frontalieri occupati in Svizzera hanno denunciato nei giorni scorsi il timore che con l’applicazione del provvedimento sullo scudo fiscale varato dal Governo Italiano si troveranno a dover ottemperare alle disposizioni del monitoraggio fiscale e dello stesso scudo;

accanto alla questione dei frontalieri in attività lavorativa, vi è quella, altrettanto preoccupante, degli ex-emigrati rientrati in Italia, iscritti in precedenza all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (AIRE). L’Agenzia delle entrate, nell’ambito dell’azione di contrasto agli illeciti finanziari internazionali, ha inviato comunicazioni a contribuenti che negli ultimi cinque anni sono stati scritti all’AIRE. Il questionario allegato alla comunicazione, oltre a richiamare alcuni specifici obblighi dichiarativi, reca le sanzioni previste in caso d’inosservanza. Al riguardo, occorre distinguere tra chi ha preso la residenza fittizia nei paradisi fiscali per evadere il fisco echi all’estero, nel nostro caso in Svizzera, ci è andato per lavorare. L’Agenzia delle Entrate, per altro, ha posto una scadenza di 30 giorni per la restituzione dei questionari, un termine strettissimo per una direttiva diramata all’improvviso.

Il Consiglio chiede alla Giunta e all’Assessore competente di intervenire affinché il Governo nazionale, con urgenza, si impegni a riconoscere ai cittadini italiani suddetti l’esonero dello scudo fiscale e dal monitoraggio fiscale, come già accaduto in altre situazioni similari, contribuendo in tal modo a riportare anche la dovuta serenità nei rapporti con i Cantoni svizzeri in cui operano i nostri concittadini.


Milano, 29 ottobre 2009

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