La nota del mattino
21 marzo 2011
L’intervento in Libia per fermare il massacro dei civili, sotto l’egida dell’Onu, ha costretto tutti a prendere posizione anche in Italia, dove il governo ha dimostrato di non essere in grado di avere una posizione equilibrata e costante: ora si è messo a rincorrere la Francia per non perdere posizione in vista degli assetti futuri del Nord Africa, dopo aver tentennato a lungo tra condanna e sostegno a Gheddafi (il colonnello a cui Berlusconi ha baciato le mani).
La Lega ha reso esplicito il suo dissenso rispetto alle decisioni del governo attraverso le dichiarazioni del ministro Roberto Calderoli, tutte incentrate (anche in vista delle elezioni di maggio) sul tema del “no agli immigrati”. «Avrei preferito una maggior cautela e una posizione simile a quella tedesca considerando la vicinanza che abbiamo con la Libia e le possibili conseguenze di invasione di profughi e di ritorsioni terroristiche». La Lega ha avanzato con Calderoli due richieste: tutte le nazioni della Coalizione siano disposte a «prendere una quota dei profughi in proporzione alla propria popolazione residente»; «…il blocco navale sia utilizzato per impedire esodi di massa verso il nostro Paese, in particolare verso Lampedusa e la Sicilia».
La Chiesa si è schierata di fatto a sostegno dell’intervento. Il Vaticano e la Cei, ha detto il cardinale Bagnasco, sono per un intervento «prudente e corretto» quanto rapido. L`Avvenire e la Radio Vaticana si sono dichiarati a favore dell`azione. Un po’ di fermento tuttavia c’è nel mondo cattolico su questo intervento. Enrico Gasbarra, parlamentare Pd, ha chiesto libertà di coscienza sul voto.
Nichi Vendola (sempre attento anche allo scenario interno e al posizionamento tattico nel centrosinistra), dopo le prime aperture, ha scelto una posizione simile a quella della Lega. «La risoluzione dell`Onu contiene vari ingredienti e poteva essere letta in molti modi. Si è scelta la strada più rischiosa riproducendo il ciclo paradossale di impedire il massacro di civili attraverso massacri di civili».
Responsabile e non ondivaga la posizione del Partito Democratico. Il Pd confermerà in Parlamento il sostegno alla risoluzione Onu sulla crisi libica ma chiederà al governo sia di superare le ambiguità incarnate in questi giorni dalla Lega che di mettere da parte dichiarazioni bellicose, come quelle del ministro della Difesa Ignazio La Russa. Stamattina ci sarà un Consiglio dei ministri straordinario. E’ probabile che già mercoledì mattina si voti in aula alla Camera una risoluzione che dovrebbe ricalcare il documento approvato la scorsa settimana dalle commissioni Esteri e Difesa con i voti di Pdl, Pd e Terzo polo. Il segretario del partito, Pier Luigi Bersani, ha confermato ieri che il Pd «è pronto a sostenere un ruolo attivo dell`Italia in Libia», dove è in corso un intervento «necessario e legale»: «Necessario – ha spiegato in un`intervista a Rainews24 - per impedire un massacro dei civili; legale perché avviene in seguito alle deliberazioni dell`Onu e dell`accordo tra Unione europea e Lega araba». Di fronte alle dichiarazioni guerriere di La Russa e neutraliste della Lega, Bersani ha detto che sarebbe meglio che i diversi ministri «stessero zitti e il governo parlasse con voce univoca in Parlamento per definire meglio il nostro profilo in questa vicenda». In una situazione così delicata «ci vuole grande fermezza, grande concerto e grande condivisione, prima di tutto nella maggioranza, e auspicabilmente anche del dialogo con l`opposizione».
Per l’Udc, Rocco Buttiglione è stato chiaro: «L`esecutivo si dimetta se non voteranno Lega e Responsabili».
I beni libici (partecipazioni societarie e altro) congelati in Italia hanno un valore di circa 7 miliardi di euro (notizia riportata oggi da diversi quotidiani).
Le ragioni che hanno spinto Barack Obama a intervenire in Libia. Lucia Annunziata su La Stampa sostiene che questa scelta è volta ad aprire le porte dell’Africa agli Usa.
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