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domenica 8 febbraio 2015

PD Lombardia - REFERENDUM, VIA LIBERA DALLA COMMISSIONE

Ok al quesito rivisto e corretto che costerà 30 milioni. Per il Pd è il segno tangibile della debolezza politica di Maroni
Dopo tanti annunci, alla fine la montagna ha partorito un topolino. Da precisare: un topolino alquanto costoso, visto che la Giunta ha già messo a bilancio 30 milioni di euro e che potrebbero facilmente aumentare. Il quesito licenziato, con i soli voti della maggioranza, in commissione Affari Istituzionali mercoledì pomeriggio, è una proposta di referendum consultivo per chiedere maggiori autonomie nelle competenze della Lombardia, in base all'articolo 116 della Costituzione. Quindi non lo Statuto speciale che è stato per mesi il mantra della Lega, ma un blando "Volete voi che la Regione Lombardia, nel quadro dell'unità nazionale, intraprenda le iniziative istituzionali necessarie per richiedere allo Stato l'attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, con le relative risorse, ai sensi e per gli effetti di cui all'articolo 116, terzo comma della Costituzione?".
"E' il segno tangibile della debolezza politica di Maroni" per Alessandro Alfieri e Fabio Pizzul che spiegano: "Il quesito ha cambiato totalmente la sua natura. Nel testo non si parla più di Statuto speciale per la Lombardia, ma si ripropone un regionalismo differenziato, materia di discussione e di condivisione tra i partiti già dall'ottava legislatura. Nulla di nuovo quindi in Regione, ma solo oneri per l'amministrazione regionale: ben 30 milioni di euro che Maroni vuole sprecare pur di salvarsi la faccia con il proprio elettorato". Il testo, che arriverà in Aula per l'approvazione definitiva il prossimo 17 febbraio, "è poco più che acqua fresca - continuano i due esponenti del Pd - parliamo di un quesito generico e indeterminato nel quale non vengono nemmeno indicate le singole materie su cui i Lombardi dovrebbero esprimere la loro opinione. Comunque, al di là del merito, sul trasferimento delle competenze statali potremmo anche essere d'accordo, ma questa della Lega è un'operazione che sa troppo di propaganda e non avrà alcun effetto nel concreto".
Anche Maroni si è accorto dell'inutilità di tutta questa operazione: dopo una riunione di partito ha chiesto al suo gruppo di rivedere il quesito in Aula che "andrà integrato, precisando che non si tratta di forme di autonomia particolari, ma speciali, altrimenti non serve fare il referendum". Ma la domanda sorge spontanea: se è incostituzionale la richiesta di Statuto speciale nel quesito referendario in Commissione, come fa a diventare costituzionale in Aula? La posizione di Pd e Patto civico è chiara dall'inizio, contrari ad una strumentalizzazione politica a spese dei lombardi. Ondivaghi, invece, i 5 stelle che prima si dicono contrari, poi favorevoli, ma si astengono nella votazione in Commissione. Staremo a vedere cosa succederà in Aula.

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