POLITICHE SOCIALI |
VIOLENZA SULLE DONNE, OK AL PIANO
A tre anni dall'approvazione della legge, il Consiglio regionale ha finalmente approvato lo strumento che vuole combattere il fenomeno
"Si tratta di un buon Piano, soprattutto perché condiviso con tutte le componenti del tavolo antiviolenza, istituito dalla legge regionale", afferma la vicepresidente del Consiglio regionale, Sara Valmaggi.
A partecipare alla stesura del Piano sono stati i rappresentanti dei Comuni, delle case d'accoglienza, dei centri e dei servizi che si occupano del sostegno alle vittime, oltre che dai referenti dei servizi sanitari, scolastici e universitari, del tribunale e delle forze dell'ordine, ossia tutte le realtà che per anni, in solitudine, sono state l'unico vero sostegno per le vittime di violenza.
"Particolarmente positivo il fatto che il Piano dia continuità alle 21 reti territoriali antiviolenza già attive, con capofila i Comuni, e promuova l'attivazione di altre reti, necessarie a raggiungere la copertura di tutto il territorio - continua Valmaggi -. Da sottolineare anche il fatto che viene definito un modello di presa in carico delle donne vittime di violenza".
Il Piano recepisce anche la normativa nazionale, condizione prima e necessaria per poter ricevere i finanziamenti. "A questo proposito c'è però una criticità - sottolinea Valmaggi -: centri e case rifugio, per poter essere accreditati, dovranno adeguare i propri standard entro il 2016, un passaggio non semplice per realtà che, pur avendo maturato una lunga e vasta esperienza, sono da sempre gestite da volontarie e fino a poco tempo fa erano autofinanziate. Per questo chiediamo alla Regione di sostenerle nell'iter previsto per l'accreditamento".
Valmaggi conclude: "Giulio Gallera, assessore regionale alle Pari opportunità, anche a seguito di una nostra richiesta, ha esplicitato in Aula la modalità di ripartizione delle risorse che verranno messe a disposizione. Dato che sono di natura diversa, nazionale, europea e regionale, resta fondamentale che non siano inglobate in un fondo indifferenziato, ma siano destinate, con una voce specifica di bilancio, agli interventi di contrasto alla violenza sulle donne".
A tre anni dall'approvazione della legge, il Consiglio regionale ha finalmente approvato lo strumento che vuole combattere il fenomeno
"Si tratta di un buon Piano, soprattutto perché condiviso con tutte le componenti del tavolo antiviolenza, istituito dalla legge regionale", afferma la vicepresidente del Consiglio regionale, Sara Valmaggi.
A partecipare alla stesura del Piano sono stati i rappresentanti dei Comuni, delle case d'accoglienza, dei centri e dei servizi che si occupano del sostegno alle vittime, oltre che dai referenti dei servizi sanitari, scolastici e universitari, del tribunale e delle forze dell'ordine, ossia tutte le realtà che per anni, in solitudine, sono state l'unico vero sostegno per le vittime di violenza.
"Particolarmente positivo il fatto che il Piano dia continuità alle 21 reti territoriali antiviolenza già attive, con capofila i Comuni, e promuova l'attivazione di altre reti, necessarie a raggiungere la copertura di tutto il territorio - continua Valmaggi -. Da sottolineare anche il fatto che viene definito un modello di presa in carico delle donne vittime di violenza".
Il Piano recepisce anche la normativa nazionale, condizione prima e necessaria per poter ricevere i finanziamenti. "A questo proposito c'è però una criticità - sottolinea Valmaggi -: centri e case rifugio, per poter essere accreditati, dovranno adeguare i propri standard entro il 2016, un passaggio non semplice per realtà che, pur avendo maturato una lunga e vasta esperienza, sono da sempre gestite da volontarie e fino a poco tempo fa erano autofinanziate. Per questo chiediamo alla Regione di sostenerle nell'iter previsto per l'accreditamento".
Valmaggi conclude: "Giulio Gallera, assessore regionale alle Pari opportunità, anche a seguito di una nostra richiesta, ha esplicitato in Aula la modalità di ripartizione delle risorse che verranno messe a disposizione. Dato che sono di natura diversa, nazionale, europea e regionale, resta fondamentale che non siano inglobate in un fondo indifferenziato, ma siano destinate, con una voce specifica di bilancio, agli interventi di contrasto alla violenza sulle donne".
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