Sono previsti promozione e sostegno di prodotti provenienti dai Paesi in via di sviluppo, ma anche di filiera corta
E' un fenomeno in costante crescita. Sono oltre
70mila i punti vendita in tutta Europa ed è di circa 1,5 miliardi di
euro il giro d'affari dei prodotti equosolidali acquistati dai
consumatori, un livello 70 volte superiore a quello registrato nel 1999.
Questi numeri evidenziano ancora di più
la mancanza di una normativa
adeguata, sia a livello comunitario che a livello nazionale. Sono le
Regioni, le uniche, ad oggi, ad essersi mosse per il sostegno al
commercio equo solidale. Undici in tutto. E, da martedì scorso, anche la
Lombardia.E' stata infatti approvata in Aula, all'unanimità, martedì scorso, la proposta di legge per il riconoscimento e il sostegno delle organizzazioni del commercio equo solidale, che va a coprire un vuoto normativo che sta per essere colmato anche a livello nazionale, dal momento che c'è un testo alla Camera che attende di essere discusso. Il testo lombardo, invece, trae origine da una proposta di legge popolare per la quale sono state raccolte quasi 8mila firme e si propone non solo di normare, ma anche sostenere tutto il comparto, tutelando in questo modo sia i soggetti promotori sia i consumatori.
"Regione Lombardia arriva dopo altre regioni, ma cerca di fare il punto della situazione rispetto a ciò che il commercio equo solidale è diventato in questi anni e introduce un'importante novità rispetto alle leggi che l'hanno preceduta, che consiste nel fatto che accanto ai prodotti in arrivo dal Terzo mondo, si promuovono anche quelli della filiera corta lombarda di qualità, secondo i requisiti stabiliti dalla legge - ha detto il relatore, Agostino Alloni -. Il progetto individua con precisione soggetti e prodotti che potranno beneficiare dei contributi. Definisce i requisiti necessari al riconoscimento delle organizzazioni e sancisce i contenuti dell'accordo di lunga durata con i produttori, ossia il pagamento equo dei prodotti acquistati, il miglioramento degli standard ambientali della produzione, la trasparenza della filiera e una serie di obblighi a carico del produttore, come condizioni di lavoro sicure, equa retribuzione e rispetto dei diritti sindacali. Inoltre, il risultato di oggi è ancora più importante, nell'anno di Expo e nell'Anno europeo per lo sviluppo (Eyd) e a poche settimane dal via della Fair Trade Week 2015, che vedrà Milano protagonista dell'evento internazionale che ospiterà oltre 300 delegati da ogni continente", ha concluso. Qui il video del suo intervento in Aula consiliare .
Su BlogDem i dati del fenomeno e il video della diretta web
Novità Settegiorni # 312 del 24/04/2015
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