Il Consiglio dei Ministri ha impugnato un articolo del
collegato che riguarda i superticket sanitari, ma non la delibera
regionale che ha abbassato il tetto massimo da 30 a 15 euro
Nella cornice dell'annuale kermesse “dillo alla
Lombardia”, venerdì mattina, un Maroni senza nuove idee e senza grandi
notizie da offrire ai presenti ha buttato nella mischia il presunto No
del Governo al taglio dei ticket che la Regione ha recentemente
introdotto. Una notizia indubbiamente d'effetto, ...che parte da un fatto
vero ma che finisce per ingannare i lombardi. Vediamo perché.Il Consiglio dei Ministri nella seduta di giovedì ha effettivamente impugnato due articoli del collegato al bilancio regionale 2017 – 19, uno dei quali riguarda una futura ipotetica riduzione del superticket regionale del 50%. Tuttavia si tratta sostanzialmente di una dichiarazione d'intenti tramutata in legge, senza una ricaduta pratica, introdotta in Aula grazie ad un emendamento formulato dai capigruppo di Lega, Lombardia Popolare (così si chiama NCD in Consiglio regionale) e Forza Italia.
La rimodulazione del superticket, con abbassamento del tetto da 30 a 15 euro, in vigore dal primo di febbraio, avviene per effetto di una delibera di Giunta che, a differenza dell'articolo del collegato, indica con chiarezza non solo la modalità di applicazione, ma anche le risorse (25 milioni di euro) con le quali la riduzione viene finanziata. Non c'è alcuna impugnativa della delibera, che la Regione può assumere in completa autonomia. Dunque, fino al ritiro della stessa, il taglio dei superticket più elevati rimane in vigore.
“Quella norma sembra scritta apposta per farsela bocciare – spega il segretario regionale Alessandro Alfieri -. Il Governo ha impugnato un articolo del collegato di stampo propagandistico, privo di ricadute e senza indicazione della copertura finanziaria. La delibera della riduzione dei ticket, invece, non è stata nemmeno sfiorata dal Governo e se Maroni la vorrà cambiare lo farà sotto la sua responsabilità. La verità è che aveva promesso l'azzeramento dei ticket, aveva fatto perfino i manifesti, e non esserci riuscito è il suo più grande fallimento.”
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